Il Moderna Museet scava nella sua storia cinquantennale, ricordando la prima retrospettiva museale dedicata a Andy Warhol nel 1968 e allestita proprio nel museo svedese.
È un tributo a un’icona dell’arte contemporanea e anche alla storia espositiva dello stesso Moderna Museet, la mostra Warhol 1968, ospite della sede espositiva di Stoccolma dal 15 settembre al 17 febbraio 2019. La rassegna evoca la mostra che 50 anni fa il Moderna Museet intitolò a Andy Warhol, prima retrospettiva museale in nome dell’artista americano.
La fatidica esposizione del 1968 prese forma in un clima politico e culturale particolarmente concitato e non riscosse l’approvazione unanime. In molti, infatti, videro in Warhol l’emblema della propaganda americana osteggiata dalla Sinistra svedese, mentre altri riconobbero il carattere di autenticità insito nella ricerca dell’artista.
Nonostante le dichiarazioni di Warhol, che sosteneva non ci fosse alcunché sotto la superficie dei suoi lavori, il suo sguardo fu sempre criticamente rivolto alle dinamiche, soprattutto consumistiche, del presente, giocando sul confine dell’ironia e del sarcasmo e servendosi egli stesso di simboli e tecniche della comunicazione massiva.
La mostra svedese riunisce preziosi documenti legati alla personale warholiana del 1968, dando spazio al celebre wallpaper che copriva la facciata del museo e a una serie di testimonianze e fotografie, accostate alle opere presenti nella raccolta del Moderna Museet, come Marilyn Monroe in Black and White (1962), Chelsea Girls (1966), Ten-Foot Flowers (1967), Electric Chair (1967) e svariate versioni delle Brillo Boxes. Proprio a queste ultime è dedicato il documentario Brillo Box (3 ¢ off) (2016) di Lisanne Skyler, incluso nella mostra.
[Immagine in apertura: Andy Warhol in the exhibition at Moderna Museet in 1968. Photo: Lasse Olsson/Pressens bild]