Vincitrice del titolo di Deutsche Bank Artist of The Year 2018/19, l'artista libanese classe 1983 è in mostra al MAXXI di Roma fino al 18 novembre. Attiva tra la natia Beirut e Londra, con i suoi lavori Caline Aoun riesce a trasformare ciò che è invisibile e immateriale in immagini, installazioni, video. In una continua esplorazione di concetti che sembrano sfuggire alle raffigurazioni canoniche.
Nata a Beirut, in Libano, nel 1983 l’artista Caline Aoun si è aggiudicata il premio anuale Deutsche Bank’s “Artist of the Year” 2018/2019, un riconoscimento riservato a voci emergenti o a metà carriera che “si sono distinti per creatività e valore significativo del proprio lavoro“.
Fino al 18 novembre prossimo, è il MAXXI di Roma a ospitare seeing is believing, la sua prima personale in Italia e in Europa.
Appositamente concepita per gli spazi museali progettati da Zaha Hadid, la mostra riunisce quattro nuove produzioni, tra cui due grandi installazioni ambientali. All’interno della Galleria Gian Ferrari, Auon ha agito in un’ottica di trasformazione radicale della dimensione spaziale, con l’intento di stimolare una riflessione sulla condizione esistenziale contemporanea, sullo sfondo del costante movimento, “tra flussi materiali e immateriali di accumulo e di dispersione, di cose, persone, informazioni, immagini“.
Tra le opere esposte, si segnala Contemplating dispersions, 536 ml (2018), con la quale prende avvio il percorso di visita: per realizzare l’installazione, Aoun ha ricoperto i muri della sala con fogli di carta di riso. Il colore di cui sono intrisi digrada progressivamente fino a scomparire: una modalità che intende porre enfasi sullo “sfinimento dell’immagine”, restituita dalla volontà di Aoun di rendere visibili concetti come l’evanescenza e la dissipazione.
Curata da Britta Färber – capo curatrice del dipartimento Art, Culture &Sports di Deutsche Bank – e da Anne Palopoli del MAXXI, la mostra è compresa in Expanding The Horizon, lo speciale programma del museo capitolino dedicato allo sviluppo di collaborazioni internazionali con altre istituzioni culturali e collezioni private.
[Immagine in apertura: Caline Aoun, seeing is believing, Dettaglio della mostra al MAXXI, 2018. Foto Cecilia Fiorenza, courtesy Fondazione MAXXI]