A poca distanza dall'aeroporto internazionale della capitale sudcoreana, Seoul, sta nascendo un nuovo polo turistico votato all'entertainment. Lo studio olandese MVRDV ha recentemente completato due edifici del complesso, che colpiscono lo sguardo dei visitatori per le stravaganti ed eccentriche facciate.
Nel nuovo “distretto del divertimento” di Seoul, lo studio di architettura olandese MVRDV ha recentemente ultimato l’intervento denominato The Imprint, articolato in due edifici compresi in Paradise City, il polo per l’intrattenimento in realizzazione a meno di un chilometro di distanza dal più grande aeroporto della Corea del Sud.
Le esigenze espresse dalla committenza – realizzare una discoteca e un parco a tema al coperto – presupponevano l’assenza di finestre per entrambi i volumi.
I progettisti, forti del successo riscosso nella capitale sudcoreana con la trasformazione di un’infrastruttura viaria in una grande parco pubblico, hanno agito sui prospetti in modo tale da concedere agli edifici un distintivo vigore espressivo, senza sacrificare, ma alzi “esaltando”, la connessione con il resto del complesso. Il risultato è a dir poco sorprendente.
MVRDV ha infatti “proiettato” le facciate degli edifici circostanti sulle due nuove costruzione, “imprimendo” motivi a rilievo apparentemente impossibili e incredibili piegature e distorsioni di matrice quasi scenografica. Non a caso, Winy Maas – co-fondatore dello studio – a proposito di The Imprint si è espresso in termini di “combinazione tra riflessione e teatralità“.
Dal punto di visto costruttivo, sono stati impiegati oltre 3.800 pannelli in calcestruzzo rinforzato con fibra di vetro (GFRC); in larga parte sono stati “modellati” singolarmente, impiegando la tecnologia della stampa 3D.
Particolare attenzione è stata riservata alla progettazione delle uniche porzioni aperte, ovvero gli ingressi: è in questi punti che le facciate sembrano subire l’ennesima variazione di consistenza. Come il drappo scorrevole che divide il palcoscenico dalla sala – e, dunque, gli attori dagli spettatori – si “sollevano”, sottolineando il fatidico passaggio tra interno ed esterno.
Anche le variazioni cromatiche, tra cui un’eccentrica finitura in vernice dorata che si impone sull’adiacente rivestimento di colore bianco, contribuiscono a catturare lo sguardo dei passanti verso gli altrettanti accattivanti spazi interni.
[Immagine in apertura: MVRDV, The Imprint, 2018. Photo by Ossip van Duivenbode, via World Architects]