La mostra in arrivo al Kunstforum Wien ripercorre l’influenza dell’estetica giapponese sull’arte ottocentesca e sullo sviluppo dei dettami moderni nel secolo successivo.
Mancano solo poche ore all’inaugurazione di Fascination Japan: Monet. Van Gogh. Klimt, l’esposizione autunnale del Kunstforum Wien, che aprirà i battenti il 10 ottobre e potrà essere visitata fino al 20 gennaio 2019. Come evidenziato dal titolo, la mostra punta i riflettori sulla fascinazione vissuta dagli artisti a cavallo tra Ottocento e Novecento nei confronti dell’Oriente e della sua estetica.
La cosiddetta “Japomanie” prese piede dagli anni Sessanta dell’Ottocento, catalizzando l’attenzione sui colori vividi delle stampe ukiyo-e e sugli splendidi tessuti di provenienza orientale, bene sempre più ambito sui mercati europei. Anche gli artisti rimasero affascinati dai motivi di derivazione giapponese, basti pensare a Monet, Manet, van Gogh, Degas e poi a Toulouse-Lautrec, Bonnard, Vallotton, Marc e Kandinskij, che li integrarono nel loro linguaggio creativo.
A partire da Parigi, la Japomanie conquistò l’intera Europa raggiungendo anche l’Austria, dove l’estetica orientale influenzò lo stile di Klimt e Schiele e trovò una enorme cassa di risonanza nella Vienna World Exhibition del 1873. Agli inizi del secolo scorso l’interesse per l’Oriente giocò un ruolo determinante nello sviluppo del linguaggio moderno, caratterizzato da una verve astratta e dal desiderio di autonomia rispetto alla tradizione precedente.
La mostra viennese riunisce pittura e grafica, ma anche manufatti e oggetti di arredamento, regalando al pubblico, attraverso gli oltre cento lavori esposti, una panoramica sul fenomeno del Giapponismo, che percorse il mondo occidentale dagli ultimi decenni dell’Ottocento all’epoca delle Avanguardie.10