Primo fine settimana di apertura, nel capoluogo lombardo, per uno dei principali appuntamenti espositivi di questa stagione: fino al 17 febbraio, Palazzo Reale accoglierà circa duecento opere d'arte, tra capolavori di Pablo Picasso e pezzi di arte antica ai quali si è ispirato, tra cui ceramiche, vasi, statue e placche votive.
“Se tutte le tappe della mia vita potessero essere rappresentate come punti su una mappa e unite con una linea, il risultato sarebbe la figura del Minotauro”, scrisse Pablo Picasso nel 1935 in Minotauromachia. Una citazione utile per identificare il rapporto, portato avanti durante l’intera carriera, del grande artista spagnolo con il mito e l’antichità.
Sono proprio questi due “poli tematici” a costituire il fil rouge dell’esposizione ospitata, fino al 17 febbraio 2019, nella cornice di Palazzo Reale a Milano.
Dopo le “storiche” esposizioni del 1953, quando Guernica fu visibile nella Sala delle Cariatidi, l’antologica del 2001 e la monografica del 2012, con questo nuovo progetto l’istituzione milanese continua ad approfondire la conoscenza del Maestro del Novecento e della sua multiforme produzione.
Curata da Pascale Picard – direttrice dei Musei civici di Avignone – nelle sue sei sezioni Picasso Metamorfosi attiva un dialogo tra le opere del padre del Cubismo e reperti di arte antica – ceramiche, vasi, statue, placche votive, rilievi, idoli, stele – che lo hanno ispirato e influenzato.
Tappa italiana della rassegna europea triennale Picasso-Méditerranée – promossa dal Musée Picasso di Parigi con altre istituzioni internazionali – la mostra riunisce lavori concessi da prestigiose istituzioni culturali, tra cui lo stesso ente parigino, il Musée du Louvre di Parigi, i Musei Vaticani di Roma, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Musée Picasso di Antibes, il Musée des Beaux-Arts di Lione, il Centre Pompidou di Parigi, il Musée de l’Orangerie di Parigi e il Museu Picasso di Barcellona.
La narrazione prende avvio con Mitologia del Bacio – Ingres, Rodin, Picasso, prima sezione del percorso, che fa riferimento al tema del bacio per contrapporre opere dell’artista spagnolo a Il bacio di Rodin e Paolo e Francesca di Ingres.
L’attenzione si sposta poi su alcune presenze imprescindibili del repertorio mitologico, come la figura di Arianna, dei minotauri e dei centauri, per addentrarsi anche nei riferimenti di matrice letteraria. È il caso delle Metamorfosi di Ovidio, di cui Picasso illustra nel 1931 una celebre edizione pubblicata da Albert Skira; in concomitanza con la mostra, l’editore Skira riediterà la copia anastatica.
Da segnalare anche la sezione interamente dedicata alla ceramica, dal titolo Antropologia dell’antico. Nel dopoguerra Picasso si avvicina a questo materiale e alle sue tecniche di lavorazione, scoprendone il potenziale e attingendo, anche in questo caso, al mondo antico per soggetti e temi. Il risultato sono lavori ancora oggi considerati straordinari, come le terrecotte Donna con mantiglia (1949), Frammento di pignatta decorato con un viso (1950), Suonatore di flauto doppio seduto (1958).
[Immagine in apertura: Pablo Picasso, Le Baiser [Il bacio], 26 ottobre 1969, Paris, Musée National Picasso. Credito fotografico: © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris) /Jean-Gilles Berizzi/ dist. Alinari. Copyright: © Succession Picasso, by SIAE 2018]