Una vita e una carriera tra cinema e teatro: tutta la vicenda umana e professionale di Marcello Mastroianni rivive nella retrospettiva al via questo fine settimana, in concomitanza con la Festa del Cinema di Roma. Un'occasione per scroprire - o riscoprire - uno dei più noti attori italiani, scomparso nel 1996.
È un intenso viaggio che ricostruisce il percorso umano e professionale di Marcello Mastroianni, quello che ha preso il via il 26 ottobre al Museo dell’Ara Pacis di Roma per ricordare e rendere omaggio a Marcello Mastroianni.
Il pluripremiato attore italiano, interprete di decine di film e spettacoli realizzati accanto ai più grandi registi del suo tempo, è infatti il protagonista del nuovo progetto espositivo promosso da Roma Capitale e Cineteca di Bologna, ancora una volta fianco a fianco dopo l’esperienza della retrospettiva su Vittorio De Sica.
Curata da Gian Luca Farinelli, la mostra Marcello Mastroianni ripercorre la vita e la carriera di un attore entrato di diritto nell’immaginario collettivo, ricorrendo a un percorso espositivo che affianca scritti, testimonianze, recensioni e un raro apparato fotografico. Le immagini esposte intendono infatti svelarne il volto, ritraendolo ad esempio sul palco accanto ai colleghi, che insieme a lui hanno fatto la storia del teatro italiano: da Vittorio Gassman a Rina Morelli, da Paolo Stoppa a Eleonora Rossi Drago.
Proprio il teatro costituisce uno dei due “punti focali” della retrospettiva capitolina, accanto all’analisi della carriera cinematografia.
Visitabile fino al 17 febbraio 2019, la mostra si snoda tra le due anime che convissero in Mastroianni, nello sforzo di ricomporre il profilo di un personaggio intimamente legato a cinquant’anni di cultura e costume dell’Italia. Materiali provenienti dalla Cineteca di Bologna, dall’archivio dell’attore e da altri ancora – tra cui quello dell’Istituto Luce – offrono un’immersione nella storia di questo interprete: dagli esordi con Riccardo Freda, nel 1948, fino alle collaborazioni con Federico Fellini, di cui diventò un vero e proprio alter ego.
Nato in una famiglia di di estrazione popolare, dopo l’infanzia in Ciociaria – analogamente a Vittorio De Sica e Nino Manfredi – Mastroianni riuscì ad entrare a Cinecittà grazie a un preziosissimo pass avuto da alcuni parenti che gestivano una trattoria in loco. La sua carriera prese il via con alcune comparsate; la svolta nel 1950, con il primo ruolo importante: il vigile in Domenica d’agosto di Luciano Emmer, per il quale venne doppiato da Alberto Sordi.
Sarà solo l’inizio di una carriera costellata da tre candidature all’Oscar come Miglior Attore, due Golden Globe, otto David di Donatello, due premi per la migliore interpretazione maschile al Festival di Cannes e due Coppa Volpi al Festival di Venezia.
Mastroianni recitò in oltre 100 film tra gli anni Quaranta e la fine dei Novanta, lavorando – tra gli altri – con Luciano Emmer, Mario Monicelli, Mario Camerini, Dino Risi, Luigi Comencini, Carlo Lizzani, Giuseppe De Santis. Tra le sue partner storiche ci fu Sophia Loren, con la quale formò una “coppia cinematografica” di grande successo, frutto di un’idea di Alessandro Blasetti.
Il percorso espositivo prende in esame anche l’attività di Mastroianni oltre i confini nazionali, affidando la chiusura all’ultima tournée teatrale – Le ultime lune -, al film di Manoel de Oliveira Viaggio all’inizio del mondo, uscito postumo, e a Mi ricordo, sì, io mi ricordo, il film-testamento girato dalla sua compagna Anna Maria Tatò.
[Immagine in Mastroianni e Fellini sul set de La città delle donne, courtesy of Cineteca di Bologna e Reporters Associati e Archivi]