Sarebbero state realizzate da Michelangelo, intorno al 1505-1507, le due statue in bronzo raffiguranti soggetti maschili conservate dal 2015 al Fitzwilliam Museum, a Cambridge. A convincere gli studiosi sulla paternità delle opere una serie di evidenze e imprecisioni anatomiche, già riscontrate in altri lavori del grande artista italiano.
Una serie di dettagli anatomici inconfondibili, in grado di indicare la mano dell’artista al pari di una firma. È questa la conclusione alla quale sono giunti i ricercatori dal Fitzwilliam Museum, il museo d’arte legato all’Università di Cambridge, che negli ultimi anni hanno condotto studi ed esami sui cosiddetti bronzi Rothschild.
Per il team di specialisti, infatti, la coppia di statue raffiguranti soggetti maschili nudi, colti nell’atto di cavalcare ciascuno un animale simile a una pantera, sarebbe stata realizzata da Michelangelo.
Se così fosse, si tratterebbe delle due uniche opere in bronzo realizzate dal talentuoso artista italiano ancora in circolazione. Nel comunicato diffuso nei giorni scorsi, si fa riferimento a dettagli e imprecisioni nell’esecuzione dei soggetti ripetutamente rintracciati in altri lavori di Michelangelo, non associabili ad autori diversi da lui.
In particolare, a “spianare la strada” agli studiosi nel loro percorso di ricerca della verità – nonostante l’assenza di prove ed evidenze tangibili, alcuni documenti d’epoca riportano che l’artista eseguì lavori anche in bronzo – sono stati alcuni aspetti dei corpi scolpiti.
Tra questi, i peli pubici “piuttosto ricci, indisciplinati e normali“; i piedi che hanno un alluce corto e un dito lungo più pronunciato e orientato verso l’esterno; i “triangoli di auscultazione” perfettamente posizionati.
Già intorno alla metà del secolo scorso, Michelangelo era stato indicato come artefice dei bronzi. Di proprietà privata, vennero battuti all’asta nel 2002 da Sotheby’s Londra per 1,8 milioni di sterline; dopo un’esposizione al Royal Academy di Londra, in occasione della quale vennero presentati come opere “della scuola di Michelangelo”, dal 2015 sono conservati al Fitzwilliam Museum. E chissà, a questo punto, quale sarà il loro destino…