A partire dal 14 novembre, il Museo Bagatti Valsecchi ripercorre la propria storia con un'installazione dedicata agli ospiti che, tra Ottocento e Novecento, hanno varcato la soglia della casa-museo, in via Gesù 5, a Milano. Tappa irrinunciabile per tanti intellettuali, aristocratici ed esponenti dell’alta società internazionale in visita in città, anche di recente l'istituzione ha accolto personaggi noti della musica e della letteratura…
Quali personaggi hanno visitato e dimorato negli spazi della casa che è poi divenuta il Museo Bagatti Valsecchi di Milano? Quali sono le loro storie? Quali ragioni li hanno spinti a inserire questo luogo tra le tappe dei loro soggiorni in città?
Divenuta un luogo irrinunciabile per intellettuali ed esponenti dell’alta società internazionale di passaggio a Milano, tra Ottocento e Novecento, la storica dimora ha accolto tra le sue mura anche membri dell’aristocrazia cittadina e italiana.
A ricostruire le frequentazioni che si susseguirono e tratteggiare il profilo di queste figure è, fino al 10 marzo prossimo, Mettici la firma, l’installazione digitale interattiva realizzata da Muse Factory of Projects che “rende possibile” l’incontro tra i visitatori contemporanei e quelli di un tempo.
Dalla regina Margherita alla maestra dell’adiacente scuola con le sue allieve; dalle Crocerossine volontarie della Prima Guerra mondiale ad Annina Morosini; dal pioniere del ciclismo Federico Johnson all’eccentrico collezionista Frederick Stibbert (in apertura), sono stati in tanti ad attraversare questi spazi: la loro presenza torna oggi ad animare la casa-museo attraverso una narrazione di suoni e immagini dall’alto potere evocativo.
Mettici la firma costituisce il punto di avvio di un processo più ampio, finalizzato all’indicizzazione e alla digitalizzazione dei tre Libri degli ospiti di proprietà dell’istituzione.
Intanto, già questa prima esperienza riserva alcune sorprese. Un esempio? Anche Elton John e Orhan Pamuk, rispettivamente nel 1994 e nel 2007, hanno messo piede in questo luogo speciale.
La mostra, infine, è associata a una vera e propria “sfida”: ogni 15 giorni verranno seminati tra le sale della Casa oggetti-indizio legati agli ospiti celebri.
I visitatori sono invitati a tornare più volte, a indovinare di chi si tratta e a compilare una cartolina con la soluzione e i propri dati: in palio premi e biglietti omaggio.
[Immagine in apertura: Frederick Stibbert, Corteo storico, 1887. Archivio fotografico Stibbert, Firenze]