Avvolto da un anonimato che lo accompagna fin dagli esordi, l’artista e writer britannico è al centro della mostra allestita al Mudec di Milano. Un colpo d’occhio sulla creatività di un autore allergico alle convenzioni.
Dal 21 novembre al 14 aprile 2019, il Museo delle Culture di Milano fa da cornice a The Art of Banksy. A Visual Protest, la mostra curata da Gianni Mercurio e intitolata al celeberrimo, e tutt’ora anonimo, street artist britannico. Per la prima volta un museo pubblico italiano ospiterà un focus monografico su Banksy che, in linea con la sua poetica, non ne ha autorizzato la realizzazione.
I circa ottanta lavori esposti ‒ dipinti, stampe e sculture, corredati di fotografie e video che ne raccontano lo sviluppo ‒ provengono infatti dalle raccolte di collezionisti privati di provenienza certificata. La rassegna calerà il linguaggio di Banksy in un contesto più ampio, illustrando la storia dei movimenti che hanno utilizzato forme di proteste visive vicine a quelle messe in campo dall’artista britannico.
Si spazia, dunque, dagli input situazionisti al graffitismo newyorkese degli anni Settanta e Ottanta, fatti propri da Banksy e reinterpretati in chiave contemporanea per veicolare messaggi di matrice politica e sociale. Suddivise in base a generi e temi, le opere di Banksy evocheranno l’idea di serialità, riproducibilità e détournement, nella misura in cui l’artista apporta a opere ben conosciute delle variazioni che ne modificano radicalmente il significato.
Una speciale sezione video, infine, illustrerà al pubblico i vari murales realizzati da Banksy in giro per il mondo, sottolineando il forte legame che si instaura fra lo street artist e il contesto ambientale in cui si trova ad agire, denunciando a più riprese l’arroganza del potere e le derive del consumismo.