Primo fine settimana di apertura per il nuovo Museo Classis Ravenna, luogo espositivo privilegiato per conoscere la storia e i segreti della città, ma anche centro di ricerca e di formazione, grazie alla presenza di laboratori per lo studio e per il restauro.
Risorge a nuova vita il complesso architettonico dell’ex Zuccherificio di Classe, a Ravenna, che dal primo dicembre ha riaperto le proprie porte come sede del nuovo Museo Classis Ravenna. Grazie a un investimento di oltre 22 milioni di euro – sostenuto dal Comune con il Mibac, la Regione Emilia-Romagna e l’Unione Europea, e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna – è stato infatti condotto a termine un importante intervento di recupero e rifuzionalizzazione dello stabile dismesso nei primi anni Ottanta.
Cambia così volto – e ruolo – un luogo simbolo dell’identità industriale della città, che anche grazie alla sua posizione strategica si candida a diventare un imprescindibile punto culturale di riferimento per residenti e visitatori.
Dal punto di vista architettonico, il progetto è stato curato dall’architetto Andrea Mandara, che nel suo incarico ha potuto contare sulla collaborazione del comitato scientifico coordinato dal professor Andrea Carandini. Immerso in un parco di 15mila metri quadrati e situato nelle immediate vicinanze della Basilica di Sant’Apollinare, dell’Antico Porto e degli scavi di San Severo, il Museo Classis Ravenna dispone di una superficie espositiva di 2.600 metri quadrati. In questi spazi i visitatori potranno ripercorrere la lunga e articolata storia di Ravenna.
Come ha sottolineato l’Assessora alla Cultura, Elsa Signorino, la nuova istituzione favorirà “la conoscenza e la valorizzazione dell’intero patrimonio storico archeologico del territorio attraverso un percorso espositivo innovativo, affascinante e rigoroso capace di coinvolgere e di emozionare i visitatori. Come tutti i musei contemporanei svilupperà una molteplicità di funzioni: attività espositiva, di studio e ricerca, laboratori didattici, laboratori di inclusione digitale per la sperimentazione di start-up innovative. Il tutto con una forte vocazione al territorio“. La presenza, nella medesima sede, di un centro di ricerca e formazione, con laboratori per lo studio e per il restauro, consentirà a Classis Ravenna di porsi come un soggetto di riferimento anche per i ricercatori.
Seguendo un criterio di tipo cronologico, gli oltre 600 reperti esposti consentiranno di comprendere le evoluzioni di Ravenna in un arco temporale esteso dall’epoca preromana all’anno Mille.
Nel percorso di visita, accanto a oggetti della vita quotidiana e materiali di rilievo anche artistico, tra cui statue e mosaici, sono inclusi apparati didattici ed illustrativi, ricostruzioni grafiche e tridimensionali, filmati e plastici in parte relativi a specifici approfondimenti tematici.
Classis Ravenna – Museo della Città e del Territorio, insieme all’Antico Porto di Classe, inaugurato nel 2015, e alla Basilica di Sant’Apollinare in Classe, è parte del Parco Archeologico di Classe; il prossimo tassello dello sviluppo di questo polo culturale sarà la già annunciata musealizzazione della Basilica di San Severo.
[Immagine in apertura: L’ingresso esterno di Classis Ravenna – Museo della Città e del Territorio]