Universale icona di architettura, meta imprescibindile per gli aristocratici e intellettuali europei che seguirono le rotte del Grand Tour, anfiteatro ma anche spazio per attività commerciali, residenziali e religiose: da pochi giorni, il Colosseo accoglie al proprio interno una mostra permanente che ne ripercorre l'affascinante storia.
Sono circa 7 milioni e mezzo le persone che, annualmente, varcano la soglia di una delle meraviglie architettoniche del mondo antico, per riassaporare i fasti del suo passato e lasciarsi abbracciare dal suo avvolgente volume: il Colosseo è una meta irrinunciabile nel corso di un soggiorno a Roma.
A partire dallo scorso 20 dicembre, i visitatori dell’iconico monumento hanno a disposizione un nuovo “strumento di apprendimento e comprensione“, in grado di affiancare alle emozioni legate all’esperienza di visita diretta un corollario di informazioni e dati di rilievo storico-artistico.
Il progetto espositivo Il Colosseo si racconta è una mostra permanente e intende svelare i segreti del monumento simbolo di Roma attraverso 7 sezioni tematiche. Ad essere ripercorsa è la lunga e affascinante storia dell’Anfiteatro Flavio, restituita da un’esposizione legato a un progetto scientifico coordinato da Rossella Rea e prodotta da Electa; l’allestimento è stato curato da Francesco Cellini e da María Margarita Segarra Lagunes.
Realizzata in collaborazione con l’Istituto Archeologico Germanico di Roma e l’Università degli Studi di Roma Tre, la mostra rappresenta “la prima, importante tappa del ripensamento della visita del monumento” – ha precisato il Direttore del Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, anticipando che per il prossimo futuro è al vaglio lo studio di nuovi percorsi tematici “attraverso un’efficace segnaletica“.
Il percorso di visita dell’esposizione si snoda lungo 12 arcate del II livello dell’Anfiteatro, dove la vicenda costruttiva e le vicissitudini, come le modifiche della destinazione d’uso che si sono susseguite nei secoli, vengono analizzate passo dopo passo: dalla posa della prima pietra fino a quanto avvenuto agli inizi del Novecento.
Tra le opere esposte, oltre ad apparati decorativi in marmo di età imperiale e medioevale, è inclusa anche l’epigrafe che nel 1926 Benito Mussolini collocò alla base della Croce fatta riposizionare sull’arena. La stessa venne rimossa alcuni anni dopo per completare lo sterro dei sotterranei; un filmato d’epoca dell’Istituto Luce ricorda la cerimonia della posa, avvenuta alla presenza della regina Elena.
Tra le novità della mostra, che segue il successo dell’esposizione Colosseo. Un’icona, conclusa nel marzo scorso, va segnalata la presenza di un apparato comunicativo, non solo in inglese, ma anche in ideogrammi cinesi. Si tratta di una modalità introdotta “per avvalorare la consapevolezza di flussi turistici sempre più importanti provenienti dall’Estremo Oriente“, come hanno indicato i curatori dell’iniziativa.