Libri che “nascondono” dipinti: la collezione della Boston Public Library

2 Dicembre 2018

Scott, Walter, Sir. Marmion; a Tale of Flodden Field. Eighth edition. Edinburgh, George Ramsay, 1811

Sono confluiti nel patrimonio della Boston Public Library tramite una donazione, i volumi della collezione di fore edge painting collezionata da Anne C. Bromer della Bromer Booksellers e da suo marito.
Su Flickr o sul sito web dedicato foreedge.bpl.org è possibile ammirare da vicino queste preziose – quanto ingegnose – creazioni cartacee, autentico condensato di maestria e sapienza tecnica che, grazie a un’attenta osservazione, rivelano molto di più di quanto visibile al primo sguardo.

Con l’espressione fore edge painting si intendono infatti disegni o illustrazioni riprodotti sul bordo anteriore di una libro, ovvero quello che si può aprire e sfogliare. Pur conservando l’aspetto di comuni libri, con tutte le canoniche “dotazioni”, i volumi realizzati secondo questa tecnica, celano al loro interno un aspetto… sorprendente.
Proprio su questo bordo, infatti, viene riprodotta una raffigurazione che può essere visibile solo in specifiche condizioni. Nei modelli più semplici, il disegno “appare”  di lato, semplicemente chiudendo il volume; con il progressivo perfezionamento della tecnica, per osservare – e comprendere – queste decorazioni poteva essere richiesto al lettore anche di disporre il libro secondo una certa inclinazione.

Si fanno risalire al X secolo le prime testimonianza di questa singolare “modalità di pittura”; con il passare degli anni, le evoluzioni hanno permesso di raggiungere risultati sempre più complessi e affascinanti: raffigurazioni di paesaggi, ritratti, episodi anche a carattere religioso hanno “conquistato” porzioni sempre più generose dei libri.
Nei casi di maggiore arguzia e complessità, anche i bordi superiore e inferiore del libro venivano decorativi, dando così vita a incredibili dipinti panoramici continui.

[Immagine in apertura: Sir Walter Scott, Marmion; a Tale of Flodden Field. Eighth edition. Edinburgh, George Ramsay, 1811]