L’esposizione appena inaugurata presso la Galleria d’Arte Moderna 'Achille Forti' di Verona analizza il tema dell’amore materno attraverso una serie di capolavori, al confine tra l’Ottocento e le avanguardie novecentesche.
Fino al 10 marzo, la Galleria d’Arte Moderna ‘Achille Forti’ di Verona ospita una mostra davvero suggestiva, che accende i riflettori sul tema della maternità, calandolo nella produzione artistica a cavallo tra l’Ottocento e il secolo scorso. L’amore materno alle origini della pittura moderna da Previati a Boccioni, a cura di Francesca Rossi e Aurora Scotti, illumina un momento chiave dell’arte italiana, sottolineando l’importante ruolo giocato dai suoi protagonisti.
Nello specifico, la mostra ruota attorno alla Maternità di Gaetano Previati, simbolo dell’esperienza divisionista nostrana e poderoso dipinto dal carattere fortemente evocativo. Esposto alla prima Triennale di Brera, nel 1891, suscitò svariate reazioni sia per la tecnica utilizzata sia per il valore emotivo dell’opera.
Come sottolinea Aurora Scotti, “La nuova tecnica divisionista elaborata da Previati nel monumentale dipinto puntava sulla separazione delle pennellate, ma anziché tendere alla piena tersità luminosa mirava ad agire sulla sensibilità dello spettatore, coinvolgendolo nella emozione psicologica dell’evento”.
Attorno al capolavoro di Previati trovano spazio altre opere che restituiscono il clima creativo dell’epoca, esplicitando il passaggio cruciale dallo stile ottocentesco ai fermenti avanguardistici di inizio Novecento, anche a partire dall’esempio di Previati.
Tra gli artisti in mostra spiccano Medardo Rosso, Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli e Umberto Boccioni, la cui Maternità guarda sia alla lezione di Previati sia al Futurismo prossimo ad affermarsi sulla scena artistica.
[Immagine in apertura: Gaetano Previati, Maternità, 1890-1891, Collezione Banco BPM]