16 Dicembre 2018
Per la prima volta nei Paesi Bassi, una mostra affianca i caravaggisti attivi a Utrecht con i loro omologhi europei. Fino al 24 marzo, il Centraal Museum riunisce oltre sessanta capolavori, provenienti da collezioni museali e private di tutta Europa e degli Stati Uniti, inclusi i Musei Vaticani.
Cosa emergerebbe se riuscissimo a osservare la scena artistica europea all’inizio della cosiddetta Età dell’oro olandese? Probabilmente si resterebbe colpiti dallo straordinario “potere attrattivo” di Roma, all’epoca considerata il centro del mondo e la destinazione fondamentale per la formazione e la crescita di chiunque avesse desiderato diventare un artista. Si stima che tra il 1600-1630 a Roma operarono circa 2700 artisti, di cui 572 stranieri.
Nella Città Eterna, infatti, Caravaggio aveva compiuto la sua “rivoluzione”, introducendo un nuovo realismo nella pittura: studiare la luce misteriosa che rendeva vivi i suoi lavori costituiva un passaggio imprescindibile.
Documenta questa fase della storia dell’arte europea la mostra Utrecht, Caravaggio and Europe, che al Central Museum di Utrecht fa luce su un trentennio di produzione pittorica. Si tratta della prima rassegna che affianca le opere degli artisti olandesi, che appresero e fecero propria la lezione dei caravaggisti italiani, con quelle dei loro omologhi attivi su scala, appunto, europea.
Attraverso importanti prestiti – concessi da istituzioni culturali di indiscutibile prestigio, tra cui i Musei Vaticani, il Louvre di Parigi, la Galleria degli Uffizi, la National Gallery of Art di Londra e la National Gallery di arte di Washington DC e numerose chiese di Roma – la mostra, visitabile fino al 24 marzo prossimo, si snoda tra 70 capolavori.
A eseguirli furono gli italiani Caravaggio, Bartolomeo Manfredi, Cecco da Caravaggio, Giovanni Antonio Galli (Lo Spadarino), Giovanni Serodine, Orazio Borgianni, Orazio Gentileschi, lo spagnolo Jusepe de Ribera, i francesi Nicolas Régnier, Nicolas Tournier, Simon Vouet e Valentin de Boulogne e i fiamminghi Gerard Seghers e Theodoor Rombouts. I loro dipinti vengono esposti insieme a quelli dei pittori di Utrecht Dirck van Baburen, Hendrick ter Brugghen e Gerard van Honthorst, svelando affinità, ma anche peculiarità ed elementi di distinzione.
In particolare, la mostra è impreziosita da due prestiti di assoluto rilievo. Il Vaticano ha infatti accettato di prestare uno dei capolavori di Caravaggio appartenente alla propria collezione, raramente concesso. Si tratta de La deposizione, una pala d’altare monumentale: misura più di tre metri per due. Normalmente conservata alla Pinacoteca Vaticana, per la prima volta viene esposta nei Paesi Bassi. Sarà visibile solo per quattro settimane, a partire dal 16 dicembre 2018.
Ugualmente al proprio debutto espositivo in Olanda è San Girolamo in meditazione di Caravaggio (in apertura, un particolare). Risalente al 1605 circa, proviene dal museo del monastero di Santa Maria de Montserrat, in Spagna.