Scomparso nel 1992, Armando Testa torna nella sua Torino grazie a un progetto espositivo che ne celebra la creatività e il talento, attraverso oltre 120 opere tra sculture, manifesti, video, pubblicità, spot televisivi, bozzetti, quadri e installazioni. Nelle sale Chiablese dei Musei Reali, fino al 24 febbraio.
Non si può raccontare la storia della pubblicità in Italia prescindendo da Armando Testa. A questa figura, Torino – sua città natale – torna a dedicare una retrospettiva dopo 17 anni di assenza. Curata da Gemma De Angelis Testa e Gianfranco Maraniello, visitabile nelle sale Chiablese dei Musei Reali di Torino fino al 24 febbraio, Tutti gli “ismi” di Armando Testa ripercorre e illustra la carriera del più importante comunicatore italiano, mettendo in evidenza l’attualità del suo messaggio e della sua lezione.
Realizzata in collaborazione con Mart – Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, che fu a sua volta sede di un’importante mostra dedicata al grande pubblicitario, promossa a cento anni dalla nascita, la rassegna piemontese riporta in vita i suoi iconici personaggi, ormai entrati nell’immaginario collettivo italiano e nel cuore – e nella memoria – di tante generazioni. Chi non ricorda Carmencita e Caballero nei caroselli del caffè Paulista? O l’ippopotamo Pippo protagonista delle réclame dei pannolini per bambini?
Maestro della comunicazione pubblicitaria, autore in grado di sollecitare pubblici diversi per formazione e interessi, senza fare distinzioni, Testa è stato artefice di alcune icone popolari del Novecento italiano, figlie anche del suo interesse per l’arte.
Seguendo una narrazione di tipo tematico, la mostra torinese affianca un nucleo di opere che illustra la produzione artistica del pubblicitario con un ricco repertorio di lavori legati alla sua attività professionale. Nell’allestimento si susseguono oltre 120 opere, tra cui manifesti del primo periodo, dall’impronta fortemente pittorica, quadri, fotografie, serigrafie e sculture.
Tra i temi analizzati anche il cibo, al quale si dedicò fin dalla fine degli anni Sessanta, dimostrando di saper anticipare una delle tendenze dei giorni nostri. Anche all’attenzione per la ricerca semantica viene destinato specifico rilievo: nei sottotesti che accompagnano le sue pubblicità si può infatti rilevare la costante presenza dell’umorismo, con giochi di parole e slittamenti semantici che accomunano campagne destinate a prodotti e brand eterogenei. La voce e i racconti dello stesso Testa accompagnano i visitatori nel loro itinerario: nel percorso, sono inclusi estratti di celebri interviste, filmati di repertorio e illuminanti aneddoti.
Nel 2015 Torino ha dedicato alla memoria del pubblicitario la scultura pubblica Sintesi ’59: collocata davanti alla stazione di Porta Susa, è “un occhio aperto sul mondo in dialogo con lo spazio urbano che la circonda“.
[Immagine in apertura: Armando Testa, Cane strabico, 1967, Collezione Gemma De Angelis Testa. Immagine nell’articolo: Tutti gli “ismi” di Armando Testa, veduta della mostra presso Musei Reali Torino, foto Daniele Bottallo]