Con l'annuncio della vincitrice del premio alla carriera, il Grand Prix, assegnato quest'anno alla mangaka Rumiko Takahashi, termina ufficialmente l'attesa per l'edizione 2019 del Festival international de la bande dessinée d'Angoulême: per tutti gli appassionati di fumetti e graphic novel, l'appuntamento è in Francia, dal 24 al 27 gennaio.
Il secondo più grande festival europeo – dopo il nostrano Lucca Comics & Games – dedicato alla nona arte sta per prendere il via, giovedì 24 gennaio, nella consueta cornice della città francese di Angoulême. Fino a domenica 27, migliaia di appassionati di fumetto (meglio conosciuti oltralpe come bande dessinée) si incontreranno tra premiazioni, stand espositivi dei maggiori editori nel mondo, incontri con sceneggiatori e disegnatori, imperdibili mostre.
Grande festeggiata di questa edizione 2019 del Festival international de la bande dessinée d’Angoulême sarà Rumiko Takahashi, che tra i tre autori finalisti – erano in lizza anche all’americano Chris Ware e al francese Emmanuel Guibert – è stata scelta per l’assegnazione del Grand Prix, il prestigioso premio alla carriera del festival.
Una vittoria più che meritata, se si considera che la mangaka ha dato vita a serie celebri – in Giappone e non soltanto – quali Lamù, Ranma ½, Inuyasha.
Un trionfo, tra l’altro, che finalmente tiene conto delle polemiche di alcuni anni fa, precisamente del 2015, quando nella rosa dei candidati al premio non fu presentata neppure una donna: seconda autrice a vincere il Grand Prix, la “regina del manga” Rumiko Takahashi vince in qualche modo per tutte le autrici, che nel fumetto sono una parte attiva e niente affatto marginale.
Per conoscere invece l’opera del precedente vincitore del Grand Prix, Richard Corben, non c’è niente di meglio che visitare la mostra antologica dedicatagli al Musée d’Angoulême. Tra le altre imperdibili rassegne, quella dedicata a Batman in occasione dell’80esimo anniversario della sua creazione; la mostra su Milo Manara, significativamente sottotitolata Itinerario di un Maestro da Pratt a Caravaggio; il focus incentrato sulla straordinaria capacità del giapponese Taiyo Matsumoto di dar voce – o pagine, come l’immagine in apertura – al mondo dell’infanzia.