Fino al 7 aprile, la mostra Fausto Melotti: Counterpoint è la prima rassegna istituzionale dedicata al lavoro dell'artista italiano in Gran Bretagna. Ospitata alla Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra, riunisce opere significative della sua intensa parabola creativa, sempre giocata tra scultura, matematica e musica.
Prima fine settimana di apertura, a Londra, per Fausto Melotti: Counterpoint, la mostra che negli spazi dell’Estorick Collection of Modern Italian Art introduce al pubblico inglese la figura di uno dei grandi artisti italiani del Novecento. Scomparso nel 1986, il giorno prima del conferimento del Leone d’Oro da parte della Biennale di Venezia, lo sculture e pittore originario di Rovereto resta ancora poco conosciuto nel Regno Unito.
Questo progetto espositivo, esito della collaborazione attivata tra l’istituzione anglosassone e la Fondazione Fausto Melotti di Milano, costituisce dunque l’occasione privilegiata per conoscere e apprezzare opere chiave della sua carriera, presentate in un percorso che analizza vari filoni della sua produzione.
Aperta fino al 7 aprile, la mostra accende i riflettori sulla poliedricità dello sguardo di Melotti. Particolarmente apprezzato per le sue eleganti sculture astratte, arrivò alla produzione artistica dopo una formazione di tipo scientifico e tecnico. Studiò infatti fisica e matematica all’Università di Pisa, prima di laurearsi in ingegneria elettrica al Politecnico di Milano, nel 1924.
In parallelo, si dedicò anche allo studio del pianoforte e della scultura; risale al 1928 l’iscrizione all’Accademia di Brera, luogo in cui incontra uno degli amici che lo accompagneranno per tutta la vita, Lucio Fontana.
Interessato ai linguaggi della musica e della matematica, nel corso della carriera si distinse per la spinta a misurarsi con una varietà di discipline e media; a caratterizzarlo saranno precisione, spirito di poesia, giocosità ed esuberanza. Negli anni Trenta, si unì al movimento Abstraction-Création, iniziando a produrre solide sculture geometriche, molte delle quali ispirate a principi matematici oppure a concetti desunti dalla formazionale musicale.
In seguito alla guerra, si può rilevare un’evoluzione del suo linguaggio, che si riflette nella creazione di opere più delicate: fili e tessuti danno vita a sottili “linee scultoree”.
[Immagine in apertura: Ritratto di Fausto Melotti, foto pubblicata su Domus n° 400, marzo 1963, Photo: Domus Archives © Editoriale Domus S.p.A. Rozzano]