La Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia ha inaugurato la sua nuova stagione espositiva con la monografica di Giovanni Soccol. Un viaggio al confine tra pittura, scenografia e motivi architettonici.
È una mostra raccolta e preziosa, quella appena inaugurata a Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia. Protagoniste assolute le tele di Giovanni Soccol, artista lagunare formatosi prima alla scuola di Guido Cadorin, poi di Mario Deluigi e infine di Carlo Scarpa. La monografica Soccol. Metamorfosi della realtà in mito, a cura di Gabriella Belli ed Elisabetta Barisoni, evoca le molte anime creative dell’artista, mettendone in luce le caratteristiche.
Esponente del movimento astratto degli anni Sessanta, Soccol si è concentrato, nei decenni successivi, su alcuni celebri cicli pittorici ‒ le Basiliche, le Isole, le Cisterne, le Petroliere e i Labirinti ‒ al centro di numerose rassegne in Italia e in Europa. A Ca’ Pesaro sono riunite due delle più recenti serie firmate dall’artista, i Teatri e i Labirinti d’Invenzione.
I Labirinti segnano i confini di paesaggi interiori, utilizzando il dedalo come strumento per descrivere la complessità dell’animo umano, mentre i Teatri estendono la visuale all’universo scenico, dal palco allo spazio riservato all’orchestra. La mostra include anche una grande Marea del 2011, un richiamo alla Natura ancora una volta attraverso il medium pittorico.
[Immagine in apertura: Giovanni Soccol, Labirinto di invenzione XVIII, 2016, Olio su tela, 150 x 200 cm]