L'aria, sebbene immateriale, può essere un "materiale da costruzione". Lo dimostrano i progetti esito delle sperimentazioni che si susseguirono nel secondo dopoguerra, raccolti in una mostra in corso a Malaga.
Con la mostra Gonflés à bloc – Pumped up, il Centre Pompidou-Málaga indaga il successo delle invenzioni in plastica, proponendo ai visitatori un’immersione nelle atmosfere degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.
Tanto in architettura quanto nel design, la comparsa di uno dei materiali più rappresentativi del Novecento produsse un autentico boom di sperimentazioni e di innovazioni, con decine di progetti che ne dimostrarono la versatilità a livello applicativo, facendo anche leva su modelli di società alternativi.
Dall’ingegneria aerospaziale e militare all’interesse verso i dirigibili, fino alla progettazione di ponti e di rifugi gonfiabili, la plastica aprì la strada a nuove possibilità di vivere lo spazio e di attraversarlo, lasciando intravedere alcune delle potenzialità di possibili nuovi habitat, concepiti non più come fissi e statici, ma votati alla costante trasformazione.
Aperta fino al 3 febbraio, la mostra ricostruisce alcune delle esperienze salienti in questo specifico ambito, ricordando, tra gli altri, i lavori visionari di Archigram, la formazione che immaginava città composte da strutture gonfiabili, in grado di crescere senza vincoli di contesto, nelle quali l’uomo fosse in grado di vivere in celle variamente riconfigurabili. Sulle spiagge di Ibiza, nel 1971, in occasione del Congresso Internazionale delle Società di Disegno Industriale, migliaia di studenti di ogni ceto sociale misero insieme la loro ingegnosità per fabbricare con 1500 metri quadrati di stoffa di plastica, forbici e cucitrici, un habitat gonfiabile che chiamano Instant City.
Per la prima volta l’aria, l’elemento essenziale per rendere pienamente utilizzabili le creazioni gonfiabili, venne elevata allo status di “materiale da costruzione”.
Divenne il tratto unificante di esperienze tra loro eterogenee, che oggi vengono ricordate da questo appuntamento espositivo, capace di intrecciare in un percorso unitario architettura, arti visive, ambienti spaziali e product design.