È carica di mistero la vicenda che riguarda il furto di un presunto capolavoro michelangiolesco dalla chiesa di Zele, una località a nord di Bruxelles. Lasciando il mondo con il fiato sospeso.
Avrebbe potuto essere una scoperta davvero eccezionale, invece si è trasformata in una storia dai contorni inquietanti.
Stiamo parlando della vicenda legata alla presunta attribuzione a Michelangelo di un dipinto conservato nella chiesa di Zele, a una quarantina di chilometri da Bruxelles. L’opera cinquecentesca, raffigurante la Sacra Famiglia, è stata rubata pochi giorni prima dell’arrivo dell’esperta, chiamata a verificare l’ipotetica paternità del dipinto.
A “sospettare” per primo la mano di Michelangelo nel dipinto è stato il pastore Jan Van Raemdonck, che ha ravvisato nel quadro alcune similitudini con uno schizzo michelangiolesco incluso nella raccolta del Duca di Portland, avente il medesimo soggetto. L’esperta Maria Forcellino è stata dunque incaricata di stabilire la correttezza di questa ipotesi, ma il dipinto è sparito nel nulla, gettando nell’angoscia la comunità locale.
L’opera, raffigurante Maria, Giuseppe e il Bambino addormentato, fu donata alla chiesa 16 anni fa dall’allora senatore Etienne Cooreman e, se le supposizioni di Van Raemdonck fossero vere, potrebbe valere una cifra da capogiro.
Mentre le forze dell’ordine sono al lavoro per rintracciare l’autore del furto e riportare il dipinto nella sua sede originaria, il pastore sottolinea di non aver mai reso pubbliche le sue congetture in merito all’opera, ma di averle condivise solo con una cerchia ristretta di persone fidate.
Oltre al mistero ancora insoluto, dell’identità del ladro, sorge quindi spontaneo il timore che in questo circolo di confidenti si annidasse un eventuale complice, magari inconsapevole, che avrebbe rivelato la possibile paternità dell’opera a qualche malintenzionato.
[Immagine in apertura: fonte politie.be]