Uncinetto, tessuto, ornamenti, LED, poliestere, cavi in acciaio sono alcuni dei materiali con cui l'artista portoghese ha dato vita a Simone, la colossale scultura che dal lucernario centrale del grande magazzino parigino si estende, conquistando lo spazio e gli sguardi.
Non può certo passare inosservata, né corre il rischio di mimetizzarsi Simone, la tentacolare protagonista dell’esposizione Branco Luz. Fino al 24 marzo prossimo, questa colossale creatura progettata dall’artista portoghese Joana Vasconcelos attirerà gli sguardi di quanti varcheranno la soglie de Le bon marché, a Parigi.
Sospesa tra i lucernari del celebre centro commerciale della capitale francese, Simone intercetta con le sue protuberanze il corpo scala e si estende nello spazio vuoto al centro della struttura, occupandolo con la sinuosa e dinamica mole. La scelta del nome non è casuale, poiché l’artista ha scelto di rendere omaggio a due icone della storia moderna della Francia come le attiviste e femministe Simone de Beauvoir e Simone Weil.
Particolare la tecnica con cui la monumentale opera è stata realizzata, che combina porzioni all’uncinetto, stralci di tessuti, ricami, ornamenti, elementi gonfiabili, luci a LED e cavi in acciaio. Il colore bianco che contraddistingue la scultura sembra in grado di conferirle un aspetto quasi ultraterreno, mentre i dettagli cangianti e riflettenti le regalano un’impronta persino magica e misteriosa.
Simone si unisce alla serie di opere che Joana Vasconcelos ha iniziato a creare all’età di 15 anni e che comprende anche divinità della mitologia nordica riprodotte e “rilette” attraverso una pluralità di materiali.
[Immagine in apertura: Joana Vasconcelos, Simone, 2019, veduta dell’installazione presso Le Bon Marché, Parigi, fonte joanavasconcelos.com]