La caratteristica della band statunitense, che abbraccia l’indie rock e la world music, è quella di intitolare i diversi brani alle città del mondo. Anche il nuovo album non fa eccezione: s'intitola come la suggestiva cittadina pugliese.
Gallipoli, la città del Salento, dà il titolo al nuovo album dei Beirut, band statunitense la cui cifra stilistica è proprio quella di intitolare i diversi brani alle città del mondo. Uscito il 1 febbraio, anche questo quinto disco, registrato in effetti anche in Puglia, abbraccia l’indie rock e la world music molte volte ascoltata nei loro lavori, con una novità: Zach Condon, il leader del gruppo, si ricongiunge con il suo vecchio organo Farfisa.
“Gallipoli iniziò, nella mia testa, quando finalmente feci spedire il mio vecchio organo Farfisa dalla casa dei miei genitori a Santa Fe, New Mexico, a New York” racconta Condon a proposito delle origini dell’album. “Mi impossessai dello strumento durante il mio primo lavoro al Center For Contemporary Arts di Santa Fe; trascorsi i successivi tre anni scrivendo il maggior numero di canzoni che potevo tirarne fuori“.
Poi la folgorazione per Gallipoli, durante un soggiorno in Puglia, e la decisione di scriverne un brano, intitolandole tutto l’album. “Una sera ci trovammo per caso nella cittadina medievale di Gallipoli e seguimmo una band di ottoni in processione dietro a preti che portavano la statua del santo patrono tra le strette vie del paese, seguiti da quella che sembrava l’intera città”, conclude Condon. “Il giorno seguente scrissi in una sola sessione, facendo pausa solo per mangiare, il brano che sarebbe diventato “Gallipoli”.
[Immagine in apertura: Zach Condon e i Beirut, Festival Perc Pan di Rio de Janeiro, 2009, photo by Rodrigo Esper, fonte Wikipedia]