Un nuovo centro internazionale per il design sorgerà a Milano: sarà uno dei grandi musei d’Europa dedicati alla progettazione e verrà realizzato nell'ex area industriale tra via Ceresio e via Bramante, destinata a essere completamente riprogettata e rinnovata nei prossimi mesi.
Milano avrà anche l’ADI Design Museum Compasso d’Oro. A qualche giorno dall’apertura al pubblico del nuovo ICA Milano – Istituto Contemporaneo per le Arti, è stato infatti ufficialmente presentato il progetto di un altro soggetto culturale che nascerà in città: in questo caso, si tratta del museo destinato a diventare “rappresentativo del sistema design Italia“. La collezione storica del più prestigioso premio del design italiano – Il Compasso d’Oro ADI, appunto – troverà casa in “uno dei grandi musei d’Europa dedicati al design“.
Il sito individuato per la realizzazione della struttura corrisponde all’ex area industriale tra via Ceresio e via Bramante, interamente riprogettata e rinnovata grazie al progetto messo a punto da Ico Migliore, Mara Servetto (Migliore + Servetto Architects) e Italo Lupi. Il museo disporrà di oltre 5.100 metri quadrati di superficie, 3mila dei quali destinati alle attività espositive.
L’obiettivo dell’operazione è la trasformazione del sito di intervento in “un polo del design aperto al dialogo con tutte le realtà contemporanee e alla valorizzazione del sistema produttivo italiano“. Un traguardo che verrà raggiunto dalla contemporanea presenza degli uffici dell’ADI e della Fondazione ADI, di sale riunioni, di una biblioteca tematica, dell’archivio storico dell’ADI e di un bookshop; annunciata anche la creazione di uno spazio destinato alla ristorazione, nella quale confluiranno le conoscenze acquisite nel corso dell’esperienza ADI in occasione di Expo Milano 2015.
Intervistato dalla testata Artribune in merito al progetto, l’architetto Migliore ha precisato le peculiarità del cosiddetto “museo narrante”, concetto attorno al quale si sviluppa l’intero impianto stesso della nascente sede espositiva. “È un concetto su cui lavoriamo da tempo – ha spiegato il progettista. – Il museo narrante si contrappone al museo “polveroso” italiano perché dialoga con il visitatore. È a metà tra il “museo-chiodo”, con i quadri attaccati alla parete o con gli oggetti esposti tout court, e il museo luna-park, ovvero forzatamente experience, tanto da stressare con troppi input il visitatore, e per raccontarsi usa strumenti acustici, luce, storytelling, per mettere in evidenza ciò che c’è dietro a un oggetto: la storia del prodotto esposto. Il museo non è solo una struttura dedita alla conservazione dei pezzi, quindi alla loro tutela e protezione, ma va oltre raccontando, sulla storia dell’importantissima collezione presentata, altre storie“.
Particolarmente rilevanti sono i numeri delle opere: oltre 2mila sono i pezzi in collezione, in crescita con nuove acquisizioni a ogni edizione del premio; prevista un’esposizione permanente con gli oggetti premiati dal 1954 a oggi, ma anche mostre tematiche, spazi per riunioni di lavoro e manifestazioni pubbliche.
L’iniziativa ha mosso i primi passi nel 2011, grazie l’impegno congiunto del Comune di Milano – che ha stanziato circa 6 milioni di euro per la ristrutturazione – di Regione Lombardia, dello Stato e della Fondazione ADI Collezione Compasso d’Oro, dalla quale proverranno ulteriori 2 milioni di euro circa.
Del Comitato d’indirizzo che si occuperà delle strategie del museo faranno parte non solo esperti di design: il team è infatti composto da Walter de Silva, Giulio Ceppi, Luca Molinari, Beppe Finessi, Paolo Borzatta, Alberto Spinelli, Claudio Feltrin, Vincenzo Gringoli e Monica Maggioni.
[Immagine in apertura: Migliore + Servetto Architects e Italo Lupi, render del futuro ADI Design Museum Compasso d’Oro, via Artribune.com]