La mostra che, per la prima volta, rende omaggio alla fotografia di Luigi Ghirri oltre i confini italiani, fa tappa al Jeu de Paume di Parigi. Approfondendo il legame tra il celebre autore e il territorio.
C’è grande attesa per l’inaugurazione della mostra Luigi Ghirri. Cartes et territoires, in arrivo al Jeu de Paume di Parigi il prossimo 12 febbraio. Fino al 2 giugno il pubblico d’oltralpe avrà l’eccezionale opportunità di ammirare gli scatti realizzati dal fotografo italiano negli anni Settanta, dando vita a un corpus di immagini a colori che non ebbero rivali nel panorama europeo dell’epoca.
Ghirri iniziò a cimentarsi con l’obiettivo agli esordi del decennio, concentrandosi sui dettagli urbani dei territori in cui viveva, fra la nativa Scandiano e i dintorni modenesi. I suoi scatti immortalano scorci architettonici, ma anche oggetti e gesti dell’esistenza quotidiana, veri e propri serbatoi della memoria collettiva. Alla fine degli anni Settanta, Ghirri aveva accumulato una moltitudine di scatti e si apprestava a vivere due momenti di svolta nell’ambito della propria carriera.
Risale al 1978 la pubblicazione di Kodachrome, uno straordinario volume fotografico, mentre la mostra monografica Vera Fotografia ebbe luogo nel 1979, presso il centro espositivo dell’università di Parma. Organizzata da Arturo Carlo Quintavalle e da Massimo Mussini, la rassegna riuniva 14 progetti, emblema della pratica fotografica di Ghirri.
La mostra parigina prende le mosse proprio da Vera Fotografia, dando spazio a progetti compositi quali Atlante, del 1973, e Colazione sull’erba, nel quale l’artista diede forma alla dialettica uomo-Natura sullo sfondo dei piccoli giardini di Modena; esposti anche a lavori come Diaframma 11, 1/125, luce naturale, incentrato sulla maniera in cui le persone fotografano e sono fotografate, e Italia Ailati e Vedute, ispirati alla provincia italiana.
[Immagine in apertura: Luigi Ghirri, Pescara, 1972 © Succession Luigi Ghirri]