L’arte di Giorgio Andreotta Calò, da Venezia a Milano

12 Febbraio 2019

Giorgio Andreotta Calò Senza titolo (La fine del mondo), 2017 Veduta dell’installazione, Padiglione Italia, 57ma Biennale di Venezia, 2017 Courtesy Studio Giorgio Andreotta Calò, Venezia Foto: Roberto Marossi

Si intitola CITTÀDIMILANO la mostra monografica di Giorgio Andreotta Calò, ospite del Pirelli HangarBicocca dal 14 febbraio al 21 luglio prossimi. Curata da Roberta Tenconi, la mostra riunisce una serie di opere realizzate dall’artista veneziano dal 2008 a oggi, innescando una rete di rimandi tra i poli geografici in cui si sviluppano l’esistenza e la carriera di Andreotta Calò.

Dopo lo straordinario successo alla 57esima Biennale d’Arte di Venezia con l’installazione presso il Padiglione Italia, Andreotta Calò torna a esporre il suo lavoro attraverso opere inedite e lavori concepiti nell’ultimo decennio, ma adattati al contesto dell’hangar milanese, in linea con l’interesse dell’artista nei confronti dello spazio che accoglie di volta in volta il suo lavoro.

La sperimentazione di Giorgio Andreotta Calò con i materiali più disparati ‒ dal bronzo al legno fino al caranto, lo strato argilloso su cui sorge la città di Venezia ‒ e con le tecniche più variegate ‒ una su tutte, la fusione a cera persa ‒ è uno degli aspetti chiave della mostra meneghina, che prende le mosse dalle immagini del relitto sommerso del piroscafo Città di Milano, usato all’inizio del Novecento dall’allora Pirelli Cavi per depositare nel Mediterraneo cavi sottomarini.

Il racconto espositivo che prende forma nello Shed è dunque animato da una trama di rimandi: da Venezia a Milano, passando per le profondità marine della Laguna e della Sardegna, senza dimenticare la riflessione sullo scorrere del tempo e sulle trasformazioni della materia, temi cardine della poetica di Andreotta Calò.

[Immagine in apertura: Giorgio Andreotta Calò, Senza titolo (La fine del mondo), 2017. Veduta dell’installazione, Padiglione Italia, 57ma Biennale di Venezia, 2017. Courtesy Studio Giorgio Andreotta Calò, Venezia. Foto: Roberto Marossi]