È una mostra di grande richiamo quella appena inaugurata al Palazzo Ducale di Venezia. Protagonista assoluto il gusto estetico del Settecento a Venezia, declinato in pittura dai talentuosi artisti dell’epoca.
Fino al 9 giugno, l’Appartamento del Doge di Palazzo Ducale a Venezia ospiterà una mostra affascinante, incentrata su un secolo straordinario per la città lagunare, il Settecento. Canaletto e Venezia evoca una stagione artistica particolarmente complessa, attraverso le eccellenze che animarono quel periodo, distinguendosi nel campo della pittura, della scultura e delle discipline decorative.
La rassegna, curata da Alberto Craievich con la direzione scientifica di Gabriella Belli, prende le mosse dagli esordi del secolo, quando sulla scena creativa si affacciarono nuovi dettami rispetto al rigore del Classicismo e alla pomposità del Barocco. Colore e luce diventano due ingredienti essenziali nelle composizioni pittoriche di allora, messe a punto, con stili differenti, da personalità entrate nella storia dell’arte.
Fu Luca Carlevarijs a gettare le basi del vedutismo veneziano, mentre Rosalba Carrera diede nuova linfa alla ritrattistica. I giovani Giambattista Tiepolo e Canaletto – all’anagrafe Giovanni Antonio Canal – debuttarono nel panorama lagunare grazie a una pittura innovativa, fatta di colpi di colore poi addomesticati e resi più organici negli anni della maturità.
La mostra accende i riflettori anche su altri protagonisti della scena artistica settecentesca, come Pietro Longhi ‒ caposaldo della pittura di costume ‒ e Giambattista Piranesi, Maestro dell’incisione, tecnica che in molti sperimentarono in quel periodo; o ancora Francesco Guardi, le cui vedute, caratterizzate da atmosfere tremolanti, si distinguevano nettamente dal nitore di Canaletto.
L’itinerario espositivo si conclude con l’avvio del Neoclassicismo, ben rappresentato dalla poetica di Antonio Canova.
[Immagine in apertura: Antonio Canal detto Canaletto, Il molo verso est con la colonna di S. Marco, Milano, Raccolte d’Arte Antica e Pinacoteca del Castello Sforzesco]