Quattro installazioni multimediali invitano il pubblico a sperimentare diverse percezioni della realtà e nuove prospettive, per ricordare che gli uomini sono tutti parte di qualcosa di più grande: questa l'essenza di Everything in Existence, il progetto espositivo che lo studio italiano sta presentando a Washington.
Snowfall, Amygdala, Clepsydra e Multiverse: sono questi i titoli dei quattro interventi installativi presentati in queste settimane a Washington, in occasione di Everything in Existence. Prima mostra personale in America del Nord dello studio fuse*, l’esposizione incoraggia il pubblico a sperimentare le diverse percezioni della realtà e le insolite prospettive generate da software in grado di elaborare dati in tempo reale.
La peculiare tecnica messa a punto dai due autori italiani e dal loro team dà infatti vita a una forma d’arte “vivente”, ovvero in grado di rinnovarsi costantemente e di cambiare davanti agli occhi degli spettatori.
Combinando ricerca tecnologica e visione artistica, fuse* firma opere multimediali in grado di connettere luce, spazio, suono e movimento, spingendo la percezione individuale oltre i limiti canonici. Il risultato è una forma di interazione tra la mano umana – dell’artista o dell’utente – e l’invisibile funzionamento del software “co-artefice” delle installazioni.
Interessati all’esplorazione delle infinite possibilità offerte dalle tecnologie digitali emergenti e inclini ad ampliare l’impatto emotivo della narrazione artistica sullo spettatore, i ricercatori e artisti che formano lo studio fondato da Luca Camellini e Mattia Corretti sono attivi nella creazione di opere multimediali e di performance live-media, nelle quali elementi virtuali, artistici e architettonici si intrecciano e ibridano.
Aperta fino al 10 marzo, Everything in Existence ha “trovato casa” negli spazi di Artechouse, il primo spazio artistico dedicato alla presentazione di opere esperienziali e tecnologiche della città di Washington D.C.