Una Venezia insidiata dalla peste, ma ancora regina dei mari, fa da sfondo alla storia di Tintoretto. Un’esistenza coraggiosa e caparbia, che ha visto l’artista fronteggiare anche le situazioni meno favorevoli, inclusa l’inestinguibile rivalità con i colleghi dell’epoca.
Oggi ricordato come uno degli artisti più talentuosi e celebri di sempre, Jacopo Robusti detto Tintoretto conquistò la fama che lo accompagna con caparbietà e determinazione, destreggiandosi tra rivalità ed eventi storici senza eguali. Cresciuto nella Venezia cinquecentesca, Tintoretto non abbandonò mai la sua città, neppure quando questa venne colpita da una tragica epidemia di peste, nel 1575.
Nonostante le gravissime condizioni in cui versava la città lagunare, Tintoretto continuò a lottare per portare a termine il suo capolavoro più importante, i cicli pittorici della Scuola Grande di San Rocco. Un intervento maestoso, che vide Tintoretto assoluto protagonista, e una sorta di ex voto dell’artista a San Rocco, santo curatore degli appestati, nel momento in cui la feroce epidemia stava tenendo in scacco la città.
I teleri di San Rocco consacrarono Tintoretto alla fama eterna, la cui conquista, però, non fu impresa semplice.
Il pittore doveva infatti competere con colleghi del calibro di Tiziano e Veronese, opponendo alla loro tecnica, profondamente radicata nella Scuola veneta e fatta di colore e pennellate aggraziate, uno stile rivoluzionario, dominato dalla velocità del tocco e dall’uso di lapis e luce per modellare i contorni dei propri soggetti.
Si dice che Tintoretto si fosse unito, ancora giovanissimo, alla bottega del già affermato Tiziano, per poi essere cacciato dopo soli 10 giorni in quanto ritenuto troppo talentuoso. Da quel momento l’artista si formò come autodidatta, elaborando una tecnica destinata a passare alla Storia, ma che non fu subito apprezzata dai contemporanei. Ne è prova la scarsità di commissioni, cui Tintoretto fece fronte senza richiedere ai committenti il denaro per l’opera, ma solo per il colore e l’attrezzatura.
Aggirando i concorsi e regalando i suoi lavori, Tintoretto iniziò a farsi conoscere per la sua bravura che, tuttavia, non gli consentì mai di avere la meglio, dal punto di vista professionale, sul Veronese, pur dipingendo i medesimi soggetti o all’interno dei medesimi ambienti.
Lo spettro della rivalità fu una costante nell’esistenza di Tintoretto, come dimostrato dal motto affisso nella sua bottega: “Il colorito di Tiziano, il disegno di Michelangelo”, un monito e un incitamento a migliorarsi senza sosta.
Tintoretto. Un Ribelle a Venezia è l’esclusivo docu-film firmato da Sky Arte e distribuito da Nexo Digital, che sarà nei cinema italiani per soli tre giorni, il 25, 26 e 27 febbraio 2019. Per saperne di più e acquistare i biglietti nella sala cinematografica più vicina, consultate la sezione speciale dedicata a Tintoretto: arte.sky.it/tintoretto.