Nella capitale francese un centinaio di progetti delineano nuove visioni e prospettive creative, in bilico tra artificiale e naturale.
C’è tempo fino al 15 aprile per visitare La Fabrique du Vivant, terzo capitolo del laboratorio annuale Mutations / Creations con cui il Centre Pompidou di Parigi sta analizzando il tema dell’interazione tra tecnologia digitale e creatività, sondando i territori della produzione artistica, della ricerca scientifica, dell’ingegneria e dell’innovazione.
La mostra, inaugurata nei giorni scorsi e associata a una serie di iniziative di approfondimento, affianca un centinaio di progetti concepiti da circa 50 tra designer, artisti e scienziati attivi su scala globale. In molti degli esempi proposti, in larga parte prodotti ad hoc per l’esposizione, si può assistere a processi di crescita o degenerazione: in altre parole, le “opere” in mostra si evolvono parallelamente alla durata dell’appuntamento.
È in questa cornice che il duo ecoLogicStudio, fondato dagli architetti Claudia Pasquero e Marco Poletto, ha scelto di presentare due sculture viventi.
XenoDerma, realizzata nell’ambito dell’Urban Morphogenesis Lab diretto da Claudia Pasquero presso Bartlett UCL, colloca ragni della specie Chilobrachys huahini all’interno di una struttura in plexiglass – una sorta di “armatura” creata dall’uomo e stampata in 3D – che viene “ampliata” e in un certo senso rimessa in discussione mediante la ragnatela, che interagisce e quindi modifica l’ordinamento spaziale artificiale.
Nel caso di H.O.R.T.U.S. XL Astaxanthin.g, sviluppato in collaborazione con Innsbruck University -Synthetic Landscape Lab, CREATE Group/ WASP Hub Denmark – University of Southern Denmark, un algoritmo digitale simula la crescita di un substrato vegetale ispirato alla morfologia del corallo.
[Immagine in apertura: XenoDerma © Urban Morphogenesis Lab The Bartlett UCL]