Il museo situato nella città svedese ospita una mostra che punta a svelare un lato completamente nuovo dell'artista statunitense, ricordando la precedente esposizione datata 1968.
Sono trascorsi 51 anni da quando Andy Warhol fu protagonista della sua prima mostra personale. E, sorprendentemente, non fu un’istituzione culturale di New York o di un’altra città degli Stati Uniti a ospitarla, bensì la Svezia. Dopo l’esordio alla Galleria Ferus di Los Angeles, nel 1962, fu infatti il Moderna Museet di Malmö a riporre fiducia nell’eccentrico artista statunitense, proprio in un anno che si sarebbe rivelato cruciale per la storia internazionale: era il 1968. A cinque decenni di distanza da quell’appuntamento, il museo svedese ricorda quella lungimirante esperienza con la mostra Warhol 1968, visitabile fino all’8 settembre.
All’interno della Turbine Hall del Moderna Museet Malmö, nel percorso espositivo curato dall’ex direttore dell’istituzione svedese John Peter Nilsson, vengono presentate opere mai mostrate prima d’ora nel Paese scandinavo. Immersi in un ambiente insolito e ipnotico, contraddistinto da pareti in foglia d’argento, citazioni, fotografie, e accompagnati dalla colonna sonora composta da tutte le canzoni dei Velvet Underground, i visitatori avranno l’opportunità di rivivere lo spirito del 1968, provando a scoprire un lato meno noto del padre della Pop Art.
Fanno parte di questa collezione le copertine degli album disegnate da Warhol, la celebre carta da parati decorata con teste di mucca e lavori appartenenti alla Collezione Moderna Museet, come Ten-Foot Flowers ed Electric Chair. Inoltre verranno mostrate diverse versioni delle iconiche Brillo Boxes.
Ricordando e attualizzando, con alcune significative novità, la personale del 1968, la mostra incoraggia i visitatori a riflettere sulla rilevanza di Andy Warhol per le successive generazioni di artisti, nonché sul suo atteggiamento nei confronti dell’establishment, dal quale è stato sia corteggiato, sia criticato.
Le opere in mostra, inoltre, sottolineano come fu proprio lui il primo ad analizzare la dualità tra realtà e finzione, divenuta fin troppo familiare nella società contemporanea, come noto caratterizzata dal fenomeno delle fake news. Con la sua eclettica produzione – dalle serigrafie alle fotografie, dalle registrazioni su nastro agli autoritratti, solo per citare alcune tipologie di lavori – Warhol ha di fatto anticipato l’attuale rivoluzione creativa, finendo per trasformare la sua stessa esistenza in un’opera d’arte. Pur in assenza di social media!
[Immagine in apertura: Installation view Warhol 1968, Moderna Museet Malmö, 30 March-8 September 2019 © Photo: Helene Toresdotter/Moderna Museet Bildupphovsrätt 2019]