Riaffiorato negli anni Sessanta del secolo scorso, Göbekli Tepe è un santuario megalitico, di antichissima fondazione. In larga parte ancora avvolto nel mistero, è stato finalmente aperto al pubblico.
Non è mancata neppure la consacrazione da parte del presidente turco Erdoğan, per quello che viene considerato come “il più antico tempio del mondo”: il 2019 è stato nominato dal capo della Repubblica turca “l’anno di Göbekli Tepe”.
Situato a 18 chilometri a nord-est dalla città di Şanlıurfa, nella regione turca dell’Anatolia Sud Orientale, il sito archeologico racchiude un importante tempio la cui edificazione è considerata precedente alla realizzazione delle piramidi e del complesso di Stonehenge. Secondo gli archeologici e gli storici, infatti, la fondazione di Göbekli Tepe risalirebbe a 12mila anni fa, condizione che colloca la ventina di strutture circolari concentriche – qui riscoperte a partire dal 1963 – in una fase storica precedente la nascita dell’antica civiltà egizia.
Attraverso i dati emersi dagli scavi, gli specialisti di nazionalità turca e tedesca sostengono che l’antichissimo edificio fosse destinato esclusivamente allo svolgimento di riti religiosi; una prerogativa confermata dalla pluralità dei ritrovamenti, che include anche statuette votive raffiguranti figure umane e altre testimonianze ricche di simboli, in larga parte ancora da interpretare.
La vicinanza con Şanlıurfa, già meta di flussi turistici grazie alla presenza di centri di fede legati al Profeta Ibrahim, al Profeta Eyüp e al Profeta Shuaib, potrebbe rappresentare un fattore positivo per il sito, che si prepara ad accogliere turisti da tutto il mondo dopo l’inaugurazione ufficiale, avvenuta nei giorni scorsi.
Del resto, già il recente inserimento di Göbekli Tepe nella lista del Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO, avvenuto nel luglio scorso, sembra aver moltiplicato la curiosità attorno a questa destinazione archeologica, non priva di misteri irrisolti. Perché, ad esempio, migliaia di anni fa il tempio venne sepolto e reso di fatto invisibile? E ancora, in quale modo gli uomini del neolitico riuscirono a trasportare i blocchi costitutivi delle diverse strutture fin qui? Da dove provengono tali materiali?
Tutte domande ancora senza risposte certe.