Il mondo del cinema piange la scomparsa di uno dei suoi pilastri. Agnès Varda, regista che ha contribuito a scrivere la storia della Nouvelle Vague, si è spenta all’età di novant’anni, dopo una vita di successi.
La sua determinazione, la sua indipendenza e il suo sguardo critico sul mondo sono alcuni degli elementi che concorreranno a mantenere vivo il ricordo di una delle grandi donne del cinema contemporaneo, scomparsa all’età di 90 anni. Stiamo parlando di Agnès Varda, regista passata alla storia come uno dei pilastri della Nouvelle Vague, insieme ai colleghi Truffaut e Godard, nonostante lei non apprezzasse questa etichetta.
Originaria del Belgio, Varda si affacciò al mondo della settima arte nel 1954 con la pellicola La Pointe courte, montata da Alain Resnais, per poi dedicarsi a opere incentrate soprattutto sulla figura femminile e sulla rete di legami che la vedono protagonista. Si inscrivono in questo solco Cléo de 5 à 7, Le bonheur e Sans toit ni loi, che le valse il Leone d’Oro come Miglior Film alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1985.
Instancabile interprete del suo tempo, Varda, premiata con l’Oscar alla carriera nel 2017, ha girato anche una serie di documentari di grande impatto come Black Panthers, Murs, murs e il recentissimo Visages, Villages, candidato all’Oscar come miglior documentario nel 2018 e realizzato insieme all’artista contemporaneo JR. Sky Arte rende omaggio alla regista proprio con la proiezione, in prima visione assoluta e in esclusiva, della pellicola Visages, Villages, in onda domani – sabato 30 marzo – alle ore 22:00. Un viaggio a bordo del furgone “fotografico” di JR attraverso la Francia, alla scoperta di volti, storie e persone divenuti poi l’anima del documentario. La pellicola è anche la storia di un’amicizia fra due artisti separati dall’età ma accomunati dalla passione per le immagini, per le storie di vita vissuta e per il linguaggio dello scatto, primo “amore” della Varda durante la sua gioventù parigina.