La Royal Academy of Arts sta per alzare il sipario su un'esposizione che celebra il tema del nudo nell’arte del Rinascimento. Attraverso alcuni capolavori passati alla Storia, da Michelangelo a Dürer.
Si intitola The Renaissance Nude la mostra che, dal 3 marzo al 2 giugno, animerà la Sackler Wing of Galleries della Royal Academy of Arts di Londra.
Come anticipato dal titolo, la rassegna si concentra su un tema caro al Rinascimento, quello del nudo, svelandone le origini ma anche gli eventi contraddittori che hanno accompagnato il suo sviluppo attraverso le tecniche più disparate, dalla pittura alla scultura, dal disegno alle stampe. La mostra londinese riunisce circa 90 opere provenienti da tutta Europa, accomunate da soggetti che affrontano il tema della nudità declinandolo in ambiti diversi.
Il riferimento al nudo è una peculiarità della cultura visiva rinascimentale; spesso oggetto, nel secondo Cinquecento, di pesanti censure dettate da questioni morali e religiose. Ne è un esempio il famosissimo ciclo di affreschi realizzato da Michelangelo per la Cappella Sistina: salutato come un capolavoro nel 1541, anno del suo completamento, il Giudizio universale fu poi censurato dopo il 1564, anno in cui l’artista morì, per volere di Papa Pio IV, apponendo delle velature di colore sulle nudità dei soggetti.
Questo caso così eclatante chiarisce il complesso sviluppo del genere del nudo nella tradizione rinascimentale, ulteriormente approfondito all’interno delle cinque aree tematiche di cui si compone la mostra britannica ‒ The Nude and Christian Art, Humanism and the Expansion of Secular Themes, Artistic Theory and Practice, Beyond the Ideal Nude e Personalising the Nude.
Per una simile disanima, il percorso espositivo conta su capolavori di Lucas Cranach il Vecchio, Albrecht Dürer, Jan Gossaert, Michelangelo, Raffaello, Leonardo da Vinci, Tiziano e Bronzino, solo per citarne alcuni.
[Immagine in apertura: Raffaello Sanzio, Le tre Grazie, c. 1517-18. Royal Collection Trust/© Her Majesty Queen Elizabeth II 2019]