Una vita nel segno della ricerca e del desiderio di diventare un artista: è il caso di Vincent van Gogh, alla cui vicenda artistica e biografica il MFAH dedica un'ampia ricognizione, visitabile fino al 27 giugno.
Sono il Van Gogh Museum di Amsterdam e il Kröller-Müller Museum di Otterlo le due istituzioni che hanno preso parte, con il Museum of Fine Arts di Houston, all’organizzazione della mostra con cui il museo statunitense rende omaggio a Vincent van Gogh.
A partire dal 10 marzo, la rassegna Vincent van Gogh: His Life in Art ospita una ricognizione completa del celebre pittore olandese, a partire da un focus sui primi anni della produzione artistica, passando per una digressione su tutti i luoghi che hanno fatto da cornice alla sua vita e, naturalmente, esaminando le evoluzioni del suo linguaggio.
Premessa teorica di questa monografica è la convinzione che pochi artisti abbiano legato così intimamente vita e lavoro; tuttavia le narrazioni più comuni, tendono a concentrarsi sugli ultimi anni di attività e sul suicidio dell’artista, tralasciando la ricca e complessa storia precedente queste fasi cruciali, animata dal fortissimo desiderio di Van Gogh di affermarsi e contraddistinta delle energie profuse per raggiungere il suo sogno.
La speranza di diventare un pittore con un potenziale mercato a Parigi, il desiderio di vivere all’interno di una comunità di artisti, le lotte personali, la precaria salute mentale sono alcuni degli ambiti tematici che attraversano l’intero percorso espositivo, reso possibile grazie alla fondamentale collaborazione dei due musei olandesi – che insieme detengono la più grande collezione nel mondo incentrata su Vincent van Gogh – e ai prestiti concessi, tra gli altri, dal Musée d’Orsay di Parigi, dal Wallraf-Richartz Museum di Colonia, dal Virginia Museum of Fine Arts di Richmond e persino da collezionisti privati.
La mostra esamina anche il persistente ruolo della Natura come fonte di ispirazione duratura. Nel corso della degenza all’ospedale psichiatrico di Saint-Rémy, ad esempio, Van Gogh realizzò dozzine di dipinti dei giardini interni alla struttura; anche una volta uscito, continuò a dedicarsi incessantemente alle scene di paesaggio. Una delle sue ultime opere, non a caso scelta anche come conclusione della mostra del MFAH, ha come soggetto le spighe di grano immortalate nel giugno 1890: appena un mese prima della sua “uscita di scena”.
[Immagine in apertura: Vincent van Gogh, The Langlois Bridge at Arles, 1888, Wallraf-Richartz Museum & Fondation Corboud, Cologne]