Al via il 12 aprile la quattordicesima edizione delle kermesse dedicata alla fotografia, della quale sarà Paese ospite il Giappone. Tra i progetti espositivi promossi, si segnalano le antologiche di Horst P. Horst e di Larry Fink e le personali degli italiani Vincenzo Castella, Francesco Jodice e Giovanni Chiaramonte.
LEGAMI. Intimità, relazioni, nuovi mondi è il tema guida della 14esima edizione di Fotografia Europea, il Festival promosso e organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio Emilia e alla Regione Emilia-Romagna, che si terrà dal 12 aprile al 9 giugno. Concepita allo scopo di sondare tutti gli ambiti della disciplina, in relazione anche alla società contemporanea, la kermesse quest’anno “mette in scena i rapporti tra le persone, tra le culture, tra i saperi, dal punto di vista individuale e da quello collettivo, da quello privato a quello pubblico. Attraverso antologiche di grandi maestri del passato come Horst P. Horst, del presente come Larry Fink, attraverso mostre di maestri italiani come Vincenzo Castella e Francesco Jodice e di tantissimi rappresentanti delle generazioni più giovani, vogliamo scoprire i legami profondi tra le persone, ma anche tra la fotografia e il mondo“, come ha anticipato il direttore Walter Guadagnini.
Nella pluralità di iniziative in programma – mostre, conferenze, spettacoli, workshop, che coinvolgono tutto il tessuto cittadino e riattivano anche luoghi inediti della città, difficilmente aperti al pubblico – è compreso l’omaggio al Giappone, Paese ospite di questa edizione. Fotografia Europea, grazie al patrocinio con l’Istituto Giapponese di Cultura di Roma e in collaborazione con la Fondazione Italia Giappone, ha scelto infatti di prendere in esame la scena nipponica, accogliendo sia le più significative voci tra i giovani fotografi – Kenta Cobayashi, Motoyuki Daifu e Ryuichi Ishikawa – sia le interpretazioni e le letture che di questa affascinante terra stanno offrendo artisti europei e asiatici, come Pixy Liao. Da segnalare anche Japan, I wish I knew your name, il progetto fotografico con cui Piefrancesco Celada ha analizzato il popoloso contesto della megalopoli Tokyo-Nagoya-Osaka, chiamata anche Taiheiyō Belt. Celada è stato selezionato tra le oltre 300 candidature pervenute attraverso l’annuale call promossa dell’evento.
Si resta sul fronte internazionale con due attese monografiche.
Palazzo Magnani ospita A beautiful Image, la mostra curata da Guadagnini dedicata al Maestro della fotografia Horst P. Horst, a 20 anni dalla scomparsa. Unbridled Curiosity è l’antologica che si concentra invece sul lavoro dello statunitense Larry Fink; negli spazi di Palazzo da Mosto, si snoda tra oltre 90 immagini, realizzate tra gli anni Sessanta e oggi, scelte dallo stesso fotografo insieme a Guadagnini.
L’attenzione si concentra sulla scena fotografica italiana, senza necessariamente restringersi all’osservazione del contesto nazionale, con le mostre di cui sono protagonisti gli scatti di Vincenzo Castella, Francesco Jodice, Giovanni Chiaramonte e Michele Nastasi. A quest’ultimo, in particolare, si deve il racconto per immagini Arabian Transfer, che esplora la condizione transitoria di sei città della Penisola Araba – Abu Dhabi, Doha, Dubai, Kuwait City, Manama, Riyadh – balzate agli onori della cronaca negli ultimi anni come “mondi nuovi, nuovi epicentri globali resi possibili dall’attuale ipermobilità di persone e immagini, beni e finanze“.
In occasione delle giornate inaugurali, attese nel prossimo weekend, il centro e le piazze di Reggio Emilia faranno da cornice a un grande concerto, a performance, light show e molte altre iniziative.
[Immagine in apertura: Jaakko Kahilaniemi, Next Possible Victims, 2018 © Jaakko Kahilaniemi]