Architetto, ma anche pittore e scrittore: la figura di Leonardo Ricci viene indagata da un progetto espositivo che ne restituisce la complessità, focalizzandosi sul peculiare processo logico e creativo. Fino al 26 maggio.
Si articola in 16 movimenti – tanti quanti sono i capitoli del libro Anonimo del XX secolo, scritto da Leonardo Ricci e pubblicato in Italia nel 1965, da Il Saggiatore – la retrospettiva dedicata all’architetto italiano in corso nell’ex Refettorio di Santa Maria Novella a Firenze. Il progetto espositivo, curato da Maria Clara Ghia, Ugo Dattilo e Clementina Ricci, costituisce il momento conclusivo e culminante delle celebrazioni avviate lo scorso anno, in concomitanza con il centenario dalla nascita di Ricci, tra le figure più rilevanti della scena architettonica italiana del secondo dopoguerra.
Visitabile – a ingresso gratuito – fino al 26 maggio prossimo, LEONARDO RICCI 100. Scrittura, pittura e architettura: 100 note a margine dell’Anonimo del XX secolo ricorre a un criterio interdisciplinare per delineare un ritratto appassionato del progettista, testimoniando la ricchezza della sua ricerca teorica ed estendendo la trattazione anche alla produzione pittorica e letteraria.
Destinata a un pubblico non solo di addetti ai lavori, la retrospettiva affianca materiali d’archivio dello CSAC di Parma con una selezione di lavori conservati nella casa-studio dell’architetto a Monterinaldi (Firenze), in larga parte esposti per la prima volta in questa occasione.
Concepita nella forma di un “discorso aperto“, la mostra si avvale di un allestimento progettato dallo studio fiorentino Eutropia Architettura, che “colleziona invece di dialogare, indaga il processo logico/creativo di Ricci senza cercare di emularne il linguaggio formale, traccia un ritratto fatto di rimandi e sovra-testi, espone gli oggetti per investigarne le relazioni“. Nel percorso di visita, al lungo piano inclinato che enfatizza la profondità dello spazio espositivo attraverso una “quadreria” composta da schizzi di matrice espressionista, quadri, fotografie d’epoca, modelli, disegni architettonici, fanno da contraltare la presentazione di documenti video/audio e brani di riviste, oltre a tre volumi indipendenti, riservati a materiali ed elaborazioni multimediali.
Proprio come l’Anonimo del XX Secolo, ovvero “non un libro dotto per specializzati ma aperto a tutti“, come lo definì lo stesso Ricci, la mostra fiorentina favorisce una “lettura complessa e inclusiva” di questo autore.
[Immagine in apertura: Leonardo Ricci, Casa Balmain (1957-1959 Marciana – Isola d’Elba), foto Maria Clara Ghia]