Artista fra i più emblematici dell’epoca contemporanea, Jimmie Durham ha conquistato l’ambito riconoscimento grazie a una pratica eterogenea, sempre innovativa, e a una poetica che mescola ironia e impegno civile.
È una carriera sessantennale, quella premiata dal Leone d’oro della 58. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, che ha conferito l’importante riconoscimento a Jimmie Durham (in apertura, photo by William Nicholson), su proposta del curatore di questa edizione, Ralph Rugoff.
Performer, saggista, poeta e artista visivo, Durham, classe 1940, ha saputo distinguersi negli anni grazie a una pratica creativa nella quale confluiscono le sue origini cherokee e uno sguardo disincantato, ma profondamente ironico, rivolto al mondo e alla società che lo circonda. Disegno, collage, fotografia e video sono solo alcuni dei linguaggi messi in campo da Durham, con una particolare attenzione verso i materiali organici e naturali, base di partenza per molte delle sue opere installative.
La scelta da parte della Biennale è stata accompagnata dalle parole di Rugoff, che hanno delineato le motivazioni del premio: “Ho indicato Jimmie Durham per il Leone d’oro alla carriera della 58. Esposizione Internazionale d’Arte per i notevoli risultati in campo artistico che ha raggiunto negli ultimi sessant’anni e, in particolare, per il suo modo di fare arte che allo stesso tempo sa essere critica, divertente e profondamente umanistica. Da cinquant’anni a questa parte Durham trova modi sempre nuovi, intelligenti ed efficaci per far fronte alle forze politiche e sociali che plasmano da sempre il mondo in cui viviamo. Allo stesso tempo, i suoi contributi in campo artistico sono considerati eccezionali per la loro originalità formale e concettuale, per la disinvoltura con cui egli sa fondere tra loro parti dissonanti e prospettive alternative e per la loro irrefrenabile giocosità”.