La Fondazione Cosso, al Castello di Miradolo, ospita una mostra interamente dedicata alla stagione novecentesca dell’Informale. Accendendo i riflettori sui suoi protagonisti in tutto il mondo, da Burri a Fontana, da Jorn a Dubuffet.
Risale agli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso la definizione di arte informale, utilizzata per indicare la poetica di autori dediti al rilancio della materia e del gesto in un’ottica innovativa. Curata da Francesco Poli e allestita fino al 14 luglio, la mostra Informale. Da Burri a Dubuffet, da Jorn a Fontana riunisce oltre 60 opere tra dipinti, sculture e disegni.
L’itinerario espositivo punta l’attenzione sulle ricerche informali condotte in Europa, ma anche sugli esiti dell’Espressionismo astratto americano e sul contesto giapponese.
Nel cuore del Vecchio Continente presero forma poetiche differenti ma complementari: si va dall’area parigina, animata da artisti del calibro di Dubuffet, Fautrier, Mathieu, De Staël, Hartung, Van Velde, Tàpies, Vieira da Silva; alle sperimentazioni del Gruppo Cobra, con Jorn, Appel (autore dell’opera in apertura di articolo) e Alechinsky. In Italia spiccano Fontana, Burri, Capogrossi, Vedova, Turcato, Moreni, Morlotti, Tancredi e Novelli, mentre il focus sulla scena torinese dà spazio a Gribaudo, Gallizio, Merz, Garelli, Ruggeri, Galvano, Carol Rama e Spazzapan.
Gorky, Hofmann, Tobey, Bluhm e Sam Francis tengono alto il nome dell’Espressionismo astratto d’oltreoceano, mentre il Giappone presenta al mondo le ricerche di Motonaga, Onishi, Imai, Domoto e Teshigahara.
Affianca le opere esposte il progetto creativo Avant-dernière pensée di Roberto Galimberti, che stavolta offre una interpretazione musicale della poetica informale attraverso una inedita installazione sonora.
Inoltre, lo speciale allestimento didattico Da un metro in giù consente agli spettatori di leggere la mostra con “gli occhi di un bambino”, grazie a giocosi approfondimenti che tengono alta la curiosità del pubblico.