L’arte di Sheela Gowda, dall’India a Milano

10 Aprile 2019

Sheela Gowda And that is no lie, 2015 (dettaglio) Veduta dell’installazione: Pérez Art Museum Miami, 2015–16. Courtesy dell’artista e Pérez Art Museum Miami. Foto: Oriol Tarridas

Si intitola Remains la corposa mostra dedicata dal milanese Pirelli HangarBicocca a Sheela Gowda, artista di origine indiana nota in tutto il mondo grazie a una poetica trasversale che unisce tecniche, forme e cromie diverse, saltando al di qua e al di là del confine tra astrazione e figurazione.

Curata da Nuria Enguita e Lucia Aspesi e allestita fino al 15 settembre, l’esposizione riunisce opere realizzate dal 1996 a oggi ‒ installazioni, sculture, stampe e acquerelli ‒ e un intervento ideato ad hoc per la sede milanese.
Il riferimento alla cultura e alla tradizione del suo Paese di origine è un elemento chiave del lavoro di Gowda, che ha saputo porlo in dialogo con le istanze occidentali, apprese durante il periodo di formazione londinese.

Il risultato è un’arte che affonda le radici nella dimensione rituale e nell’approccio artigiano, utilizzati come strumenti per guardare al mondo con sguardo critico e consapevole, foriero di responsabilità che l’artista è disposta ad assumersi, come lei stessa sottolinea: “Un’opera è il risultato di una decisione, di una scelta. Se è vero che il mio lavoro nasce da contesti specifici, tuttavia la natura ultima di un’opera è modellata sulla base dell’astrazione; un’astrazione che non si limita a una scelta stilistica, ma il cui intento è comunicare significati e favorire molteplici letture”.

[Immagine in apertura: Sheela Gowda, And that is no lie, 2015 (dettaglio), Veduta dell’installazione: Pérez Art Museum Miami, 2015–16. Courtesy dell’artista e Pérez Art Museum Miami. Foto: Oriol Tarridas]