A oltre quarant’anni dalla sua morte, la città natale del fotogiornalista Federico Patellani gli dedica un'importante personale, che riunisce celebri scatti legati alla sua collaborazione con il settimanale Tempo, foto inedite di Monza e un omaggio al film Stromboli di Roberto Rosellini.
Ci sono fotografie destinate a diventare iconiche, sopravvivendo indenni allo scorrere del tempo per la loro capacità narrativa: sono scatti che continuano a incarnare lo stato d’animo di un momento, di una circostanza, di un passaggio storico significativo.
Questo è certamente il caso della celebre immagine scelta per la prima pagina del Corriere della Sera nel giorno della proclamazione della Repubblica italiana. Correva l’anno 1946 e lo sguardo di quella ragazza sorridente racconta, ancora oggi, tutta la gioia, la speranza e la fiducia che attraversavano il Paese, dopo il dramma della Seconda Guerra Mondiale. All’autore di quell’opera, entrata nell’immaginario collettivo, Monza – sua città natale – dedica un’importante mostra, al via il 26 maggio.
L’Arengario di Monza ospita fino al 28 luglio Federico Patellani. Da Monza verso il mondo, personale curata da Giovanna Calvenzi e Kitti Bolognesi che ripercorre la carriera di uno dei Maestri del fotogiornalismo italiano.
Nato nel 1911 e scomparso nel 1977, Patellani intraprese il percorso che lo avrebbe portato a essere uno dei più rilevanti fotografi italiani del XX secolo dopo la laurea in Legge, durante il servizio militare in Africa nel 1935. Autodefinitosi “giornalista nuova formula“, poiché oltre a saper scrivere gli articoli era perfettamente in grado di realizzare immagini “viventi, attuali, palpitanti“, Patellani iniziò nel 1939 a collaborare con Tempo, settimanale che proponeva una sorta di adattamento italiano dell’esperienza della testata statunitense Life.
Dotato di sguardo acuto e di ottime capacità narrative, il fotografo è stato un testimone prezioso e attento dell’Italia nel secondo dopoguerra, documentata senza retorica. Le sue fotografie offrono, ancora oggi, una viva testimonianza delle numerose trasformazioni che avvennero in tutto il Paese, in ambito economico e produttivo, nella moda, nel costume, nella scena culturale. Al tema del viaggio dedicò invece la fase conclusiva della sua carriera, dalla metà degli anni Sessanta in poi.
Per la mostra di Monza, il duo curatoriale ha potuto contare sulla collaborazione del Museo di Fotografia Contemporanea di Milano-Cinisello Balsamo, il cui fondo conserva quasi 700mila immagini tra stampe originali, negativi, diapositive e provini a contatto.
Nelle varie sezioni del percorso espositivo, in larga parte focalizzato sulla distruzione delle città italiane, sulla ricostruzione e la ripresa economica, sono inclusi anche due focus “speciali”. Il primo è dedicato alla Monza nel dopoguerra; il secondo è un omaggio al film di Roberto Rossellini Stromboli. Terra di Dio, a quasi 70 anni dalla sua uscita. Accanto ai ritratti di Ingrid Bergman e del regista, vengono riproposte le pagine del servizio pubblicato da Tempo nel 1949, comprensive del servizio fotografico realizzato sul set da Patellani.
[Immagine in apertura: Federico Patellani, Immagine per la copertina di “Tempo” n. 22 del 15-22 giugno 1946, dettaglio © Studio Federico Patellani Regione Lombardia / Museo di Fotografia Contemporanea, Milano-Cinisello Balsamo]