Se già alla comparsa di un murale "banksyano" i sospetti si erano fatti forti, con il video pubblicato dallo stesso street artist sul suo profilo Instagram non ci sono più dubbi: Banksy è stato a Venezia, a ridosso dell'inaugurazione della Biennale. Solo che il suo intervento era abusivo... e i vigili urbani non pare abbiano apprezzato la "licenza artistica".
Proprio durante l’apertura della Biennale d’Arte, è comparso a Venezia il murale di un bambino che, in piedi a pelo d’acqua (quella della laguna), indossa un giubbotto di salvataggio e brandisce un razzo segnaletico: stile e soggetto hanno fatto parlare subito di “un Banksy”, anche se tutto taceva sui profili social del fantomatico street artist.
Clamorosa come da par suo, è arrivata oggi la conferma dei sospetti di fan e addetti ai lavori: sì, Banksy è stato effettivamente a Venezia nei giorni scorsi. Ma ha realizzato qualcosa di ancora più provocatorio di un murale.
L’opera e il suo destino sono stati entrambi raccontati da un breve video, pubblicato dall’artista sul suo profilo Instagram quest’oggi, martedì 22 maggio. Il commento alla clip introduce lo svolgimento dei fatti, oltre a una velata critica al sistema dell’arte “ufficiale”: “Preparando la mia bancarella alla Biennale di Venezia. Nonostante sia il più grande e prestigioso evento artistico al mondo, chissà perché non sono mai stato invitato“.
Così, assistiamo nel video al tentativo da parte di un “signore” di allestire una bancarella e vendere dipinti nientemeno che in piazza San Marco. Messe l’una di fianco all’altra, le tele compongono un’unica immagine, come fossero tasselli di un puzzle: provocatoriamente, essendo il soggetto quello delle tanto discusse “grandi navi” che entrano in laguna, la grande nave rappresentata non riesce a essere contenuta all’interno di una sola cornice.
A confermare il tema è quello che sembra il titolo della composizione, scritto in un cartello appeso a uno dei cavalletti: Venice in oil, che a una prima lettura rimanda alle classiche vedute della città lagunare realizzate a olio, nasconde in realtà anche il riferimento all’inquinamento creato dalle grandi navi (essendo oil il termine inglese usato anche per il petrolio e il carburante in genere).
Nessuno, purtroppo, ha fatto in tempo a identificare nelle opere di Banksy la sua mano – e soprattutto il suo stile polemico: quale pittore della domenica penserebbe di vendere vedute parziali di Venezia con le grandi navi?!
Ad accorgersi che qualcosa non andava sono state infatti le forze dell’ordine che, si vede nel video, dicono all’ambulante abusivo di smontare la sua bancarella, essendo sprovvisto della regola licenza…
[Immagine in apertura: frame da video by Banksy, via Instagram]