La Galleria Borghese di Roma apre le porte all'arte contemporanea, accogliendo un prezioso capitolo della produzione di Lucio Fontana, i “Concetti spaziali” in oro e le “Crocifissioni” in ceramica.
Ha finalmente alzato il sipario la mostra Lucio Fontana. Terra e oro, allestita fino al 28 luglio all’interno della collezione della Galleria Borghese di Roma, ospite della sede capitolina dopo i “colleghi” internazionali Bacon, Giacometti e Picasso. Una cinquantina di opere, fra dipinti a olio in oro e ceramiche, ripercorre la produzione dell’artista nel decennio compreso fra il 1958 e il 1968, testimoniando il rivoluzionario approccio di Fontana alla materia.
L’idea di spazio, nella poetica dell’artista, è posta in risalto dall’inserimento dei suoi lavori nella raccolta della Galleria Borghese, in particolare fra i dipinti del Rinascimento e del Barocco. Autore dei celeberrimi tagli inflitti al supporto pittorico, Fontana sperimentò il superamento di quest’ultimo, andando alla ricerca di nuove regole spaziali.
Anche la scelta di concentrare lo sguardo sulla produzione in oro si ispira alle logiche spaziali, poiché l’oro, fin dall’antichità, assume il valore di sintesi di luce e spazio. Oro come ulteriore tentativo di generare nuovi vocabolari visivi, che guardano al passato e ai dettami della tradizione come a una preziosa base di partenza oltre la quale esistono territori inediti.
Vale il medesimo ragionamento per le Crocifissioni, ceramiche dipinte che partono da un materiale senza tempo come la terracotta e da un tema iconografico altrettanto antico, per dare vita a soluzioni formali ancora una volta improntate alla sperimentazione.
[Immagine in apertura: Mostra LUCIO FONTANA. TERRA E ORO, Galleria Borghese. Veduta dell’installazione, 2019. Ph. Niccolò Ara © Fondazione Lucio Fontana by SIAE 2019]