Il Petit Palais di Parigi porta avanti la sua panoramica dei grandi periodi che hanno modellato l'identità della capitale francese con una nuova mostra, visitabile fino al 15 settembre prossimo.
Com’era Parigi tra il 1815 e il 1848? Cosa rese tanto effervescente il panorama culturale della capitale francese, negli anni che intercorsero tra la caduta di Napoleone e la cosiddetta “Terza Rivoluzione”?
Con il progetto espositivo Romantic Paris, 1815-1848, che segue la precedente esperienza di Paris 1900: La Ville Spectacle, il Petit Palais nella capitale ricostruisce la scena artistica della Ville Lumière, riunendo insieme un eccezionale corpus di opere. Sono infatti oltre 600 i lavori esposti fino al 15 settembre: si tratta di dipinti, sculture, costumi, oggetti d’arte e mobili che consentono di restituire tutto il fermento artistico e culturale di quell’epoca, caratterizzata da una marcata instabilità politica.
Curata da Christophe Leribault, Jean-Marie Bruson and Cécilie Champy, la mostra stimola i visitatori a intraprendere una sorta di tour tra luoghi della città particolarmente significativi per il periodo preso in esame, come le Tuileries, il Palais-Royal, la Nouvelle-Athènes, la Cattedrale di Notre-Dame e i Grands Boulevards des théâtres.
Grazie a una serie di prestiti eccezionali, in particolare dal Museo delle Arti Decorative di Parigi, il percorso espositivo riesce a evocare sia le atmosfere, con scorci della città e di interni di particolare rilievo, sia a rendere omaggio a figure che hanno influito non solo nelle arti, ma anche in discipline affini, come la moda.
In contemporanea, inoltre, il Musée de la Vie romantique propone un’immersione nei salotti letterari della stessa epoca analizzata da Romantic Paris, 1815-1848. Attraverso un centinaio di reperti – dipinti, sculture, disegni, manoscritti e abiti – viene infatti ricostruita l’atmosfera e l’eredità dei luoghi che vennero frequentati da grandi intellettuali del XIX secolo, tra cui Victor Hugo, Honoré de Balzac e Théophile Gautier.
Considerati espressione “del senso di solidarietà artistica” tanto cara ai cosiddetti romantici, fecero da cornice a straordinari “incontri” di letteratura, arte e musica.
[Immagine in apertura: Charles-Édouard Leprince, barone di Crespy, Promenade de Julie et Saint-Preux sur le lac de Genève, photo by Didier Fontain, via petitpalais.paris.fr]