Quindicimila farfalle nere hanno popolato gli ambienti della Fondazione Adolfo Pini, già a partire dallo scalone d’ingresso, in occasione della mostra dell'artista originario di Città del Messico.
Dopo aver rappresentato il Messico alla 57a Biennale di Venezia, nel 2017, con il progetto Life in the Folds, l’artista originario di Città del Messico Carlos Amorales ha conquistato il pubblico dell’ultima Milano Art Week con la mostra L’ora dannata. Curata da Gabi Scardi e allestita nelle sale della Fondazione Adolfo Pini, in Corso Garibaldi a Milano, resterà aperta fino all’8 luglio prossimo, consentendo anche ai visitatori “ritardatari” di vedere con i propri occhi l’installazione di dimensioni ambientali Black Cloud e le altre opere esposte, legate al progetto Life in the folds, di farlo.
In queste settimane la mostra ha già ottenuto ampi consensi e visibilità grazie, in particolare, a Black Cloud. Si tratta di un intervento su scala architettonica, con cui Amorales “mette in scena il tema della violenza dell’uomo sull’uomo” ricorrendo a 15mila farfalle nere, libere di “invadere” tutti gli spazi della Fondazione.
Questa scenografica installazione è affiancata da una serie di trasposizioni, che include una collezione di ocarine: ognuna ha la forma di un segno e, nell’insieme, compongono un linguaggio in codice che può essere sia “letto” che “suonato”.
Fortemente ispirata al Messico, la mostra L’ora dannata non rinuncia a lanciare messaggi universali, come testimoniano i rimandi alle discrepanze e alle tensioni presenti in tutto il mondo.
[Immagine in apertura: Carlos Amorales, Black Cloud, 2007-2019, installazione, dimensioni ambientali, Fondazione Carlo Pini, Milano]