Al fenomeno delle odierne migrazioni umane, il fotografo italiano Andrea Ferro ha dedicato un anno di ricerche, focalizzandosi sulle relazioni tra migranti e architettura, all'interno delle numerose - ed eterogenee - soluzioni abitative a loro disposizione in Veneto.
Come parte del programma di mostre del Circuito OFF dell’IMP festival – International Month of Photojournalism – in corso a Padova fino al 26 maggio prossimo – al Centro Culturale San Gaetano sono esposte le opere del fotografo italiano Andrea Ferro, autore di un’indagine sul “sistema di accoglienza” per migranti, richiedenti asilo e rifugiati in Veneto.
Allo scopo di raccontare la realtà nascosta e sconosciuta delle strutture attive in questa regione del Nord Italia, nell’arco di un anno Ferro ha visitato oltre 20 luoghi deputati all’accoglienza, raggiungendo tutte le province venete.
Con uno sguardo distante da pregiudizi e stereotipi, il fotografo italiano classe 1987 ha voluto “restituire una storia e un volto” alle persone che spesso vengono presentate solo attraverso dati numerici, portando alla ribalta “un aspetto altrimenti invisibile degli avvenimenti legati alle moderne migrazioni“. Laureato in architettura, sia in Italia che in Spagna, in questo lavoro Ferro si è concentrato sulla stretta connessione tra spazio fisico e migranti: le sue opere propongono così uno spunto di analisi esteso anche al tema architettonico.
Dalla sua documentazione fotografica emerge come l’espressione “strutture” venga genericamente impiegata per sintetizzare una pluralità di soluzioni abitative, in realtà talmente diverse le une delle altre da risultare spesso agli antipodi.
No promised Land non è solo il titolo della mostra in corso a Padova: gli esiti della ricerca condotta da Ferro verranno infatti riuniti anche in una pubblicazione omonima, per la quale è attivo un progetto di crowdfunding, finalizzato all’acquisto diretto di una copia, sulla piattaforma crowdbooks.com, all’indirizzo cwbks.co/nopromisedland.