Per secoli alla base dell’accoglienza dei malati e dei poveri in Europa ci sono stati gli edifici ospedalieri, veri e propri centri dell’accoglienza: cosa resta oggi di quelle strutture? Potrebbero, almeno in alcuni casi, essere riattivati? Elena Franco, architetto e fotografa, ha realizzato un progetto fotografico a partire da queste premesse.
Dopo la presentazione in Francia, nella doppia sede dell’Espace Van Gogh e del Museo della Camargue di Arles, il progetto fotografico avviato negli anni scorsi dall’architetto e fotografa Elena Franco è attualmente in mostra a Siena, al complesso Santa Maria della Scala.
Fino al 7 luglio, la personale Elena Franco – Hospitalia. O sul significato della cura riunisce gli esiti del lavoro di documentazione realizzato negli ultimi sette anni su una serie di edifici ospedalieri storici. Venezia, Cremona, Milano, Alessandria, Vercelli, Torino, Arles, Bourg-en-Bresse, Lione, Parigi, Lessines in Belgio e la stessa Siena sono state le tappe di questo itinerario di ricerca, nel corso del quale Franco si è soffermata sulle strutture architettoniche e sugli archivi, alla ricerca delle storie degli uomini e delle comunità che hanno costruito e gestito questi monumenti sociali, di assoluto rilievo nella storia dell’accoglienza in Europa.
Attraverso la mostra, questo percorso propone ai visitatori spunti di analisi e riflessione sia sul tema del riuso delle strutture, dismesse e spesso inutilizzate in Italia e all’estero, sia sul significato della malattia e della morte, esperienze delle quali questi luoghi sono stati a lungo testimoni.
Oltre al progetto espositivo, le fotografie sono confluite nel libro Hospitalia. O sul significato della cura, pubblicato da Artema, nel 2017; curato da Tiziana Bonomo, contiene anche una prefazione del giornalista Domenico Quirico.
[Immagine in apertura: Elena Franco, dalla serie Hospitalia, Hotel Dieu Parigi, Veduta da Notre-Dame, Parigi]