La 58. Biennale Arte di Venezia ha visto trionfare il Padiglione lituano, che si è aggiudicato il Leone d’Oro. Ma non sono mancate le menzioni d’onore e un meritatissimo riconoscimento alla carriera, in linea con le tematiche affrontate dal direttore Ralph Rugoff.
La concitata settimana di pre-apertura della 58. Biennale Arte di Venezia, intitolata May You Live In Interesting Times e diretta da Ralph Rugoff, si è conclusa con l’attesa assegnazione dei premi a padiglioni e artisti da parte di una giuria composta quest’anno da Stephanie Rosenthal, Defne Ayas, Cristiana Collu, Sunjung Kim e Hamza Walker.
A trionfare è stato il Padiglione lituano, che ha conquistato il Leone d’Oro grazie all’accattivante intervento di Lina Lapelyte, Vaiva Grainyte e Rugile Barzdziukaite, autori di Sun & Sea (Marina), definita dalla giuria una “critica del tempo libero e della contemporaneità, cantata dalle voci di un gruppo di performer e volontari che impersonano la gente comune”. Lo “humor spietato” del Padiglione del Belgio ha garantito a quest’ultimo una menzione speciale come partecipazione nazionale, mentre il Leone d’Oro per il miglior partecipante alla Mostra Internazionale è andato ad Arthur Jafa per il suo film del 2019 The White Album, proiettato nel Padiglione Centrale dei Giardini, “in egual misura un saggio, una poesia e un ritratto” incentrato sul tema razziale.
Il Leone d’Argento per un promettente giovane partecipante alla Mostra Internazionale è stato consegnato a Haris Epaminonda “per le sue costellazioni che uniscono in un’attenta costruzione immagini, oggetti, testo, forme e colori, fatte di memorie frammentate, storie e connessioni frutto dell’immaginazione”, mentre hanno ricevuto una menzione speciale Teresa Margolles e Otobong Nkanga. Come preannunciato, Jimmie Durham è stato insignito del Leone d’Oro alla carriera, motivato da Rugoff esaltando l’“intelligenza profondamente empatica che si irradia dalle sue opere”.
I premi assegnati confermano le linee guida di una Biennale che guarda alle dinamiche dell’epoca attuale declinate attraverso la pratica degli artisti coinvolti. Intelligentemente politica, la Biennale di Rugoff stabilisce un equilibrio fra il ritorno al gesto creativo proposto da Christine Macel nel 2017 e l’approccio eminentemente politico suggerito da Okwui Enwezor nel 2015, rintracciando nell’idea di possibilità connessa al fare artistico una mezzo per leggere il presente e cambiare il futuro.
[Immagine in apertura: 58. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, May You Live In Interesting Times – Arthur Jafa, Various works, 2018. Mixed media. Photo by: Andrea Avezzù, Courtesy: La Biennale di Venezia]