A settant’anni di distanza dall’ultimo restauro, gli affreschi giotteschi che adornano la Cappella Bardi nella Basilica di Santa Croce a Firenze tornano sotto i riflettori. Protagonisti di una nuova campagna di conservazione.
È stato affidato all’Opificio delle Pietre Dure il restauro della Storie di San Francesco nella Cappella Bardi della Basilica di Santa Croce a Firenze, ciclo di affreschi realizzato da Giotto all’interno di uno dei monumenti dell’arte fiorentina di inizio Trecento. Fondamentale non solo dal punto di vista conservativo, ma anche per approfondire ulteriormente la tecnica dell’artista, il restauro durerà tre anni e avrà il sostegno dell’Associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano (ARPAI) e della Fondazione CR Firenze, oltre che del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
La campagna, che prevede una spesa complessiva di un milione di euro, testimonia l’importanza degli affreschi nella storia creativa fiorentina ed evoca le complesse vicende dell’opera, rimasta nascosta per oltre un secolo.
Nel 1730, infatti, il ciclo di affreschi fu coperto con vernice a calce, poiché lo stile di Giotto era definito negativamente primitivo. Rinvenuto casualmente 120 anni dopo, il capolavoro giottesco fu affidato alle cure di Gaetano Bianchi, che lo riportò alla luce fra il 1850 e il 1853.
Ugo Procacci e la bottega di Amedeo Benini eseguirono il restauro dei cicli murali delle Cappelle Bardi e Peruzzi nel 1937, mentre risale al 1958-1961 il decisivo restauro antecedente a quello attuale, portato a termine da Leonetto Tintori sotto la direzione di Procacci.
Oggi, dopo una campagna di indagine e una ricognizione diagnostica, il restauro seguirà varie fasi, completate ricorrendo alle più recenti strumentazioni opto-elettroniche.
[Immagine in apertura: Giotto, Rinuncia dei beni, ciclo degli Episodi della vita di San Francesco e figure di santi francescani, 1325 ca, Basilica di Santa Croce, Firenze, fonte Wikipedia]