Primo weekend di apertura per la mostra che attraverso manifesti e locandine ricostruisce il filone del cosiddetto “cinema balneare”, a partire dalla metà del Novecento. Appuntamento alla Terrazza a Mare, sul Lungomare Trieste di Lignano Sabbiadoro.
Sono trascorsi 60 anni dall’istituzione del Comune di Lignano Sabbiadoro. La nota località turistica, in provincia di Udine, ha scelto di celebrare l’anniversario e di inaugurare la stagione estiva con la mostra Cinema in bikini. Italiani al mare: manifesti 1949-1999. Provenienti dalla Collezione Minisini, le opere del percorso espositivo – manifesti, locandine e fotobuste – raccontano 5 decenni di storia del Paese attraverso la lente, spensierata e leggera, del cosiddetto “cinema balneare”.
Curata da Andrea Tomasetig ed Enrico Minisini, la rassegna intende ricordare sia un filone cinematografico, intimamente legato all’identità nazionale, sia gli artisti della “scuola italiana del manifesto cinematografico”. Autori come Enrico De Seta, Sandro Symeoni, Nano (Silvano Campeggi), Anselmo Ballester, Angelo Cesselon, Alfredo Capitani, Giorgio Olivetti, Renato Casaro, insieme a tanti altri grandi “pittori del cinema” contribuirono a coinvolgere e catturare la curiosità dei potenziali spettatori sviluppando le potenzialità comunicative dei manifesti cinematografici.
Visitabile fino al 17 luglio, combinando locandine e film la mostra racconta alcuni passaggi chiave del Novecento italiano: gli anni Cinquanta e Sessanta, con il boom economico e l’ascesa delle località di villeggiatura; i Settanta, con uno sviluppo anche sessualmente più esplicito del filone balneare; gli anni Ottanta e Novanta con il successo delle commedie dei Fratelli Vanzina. Si arriva, infine, alla locandina di un film simbolo della società italiana in vacanza al mare negli anni Novanta: Ferie d’agosto del 1996, di Paolo Virzì.
Nelle parole di Minisini, la rassegna “è uno specchio dell’Italia che cambia visto dalla spiaggia” e permette di “gettare uno sguardo curioso e indagatore su un fenomeno di massa, che contribuisce a costruire la storia collettiva dell’Italia“.
[Immagine in apertura: Fotobusta di Tre notti d’amore, 1964, regia di Renato Castellani]