La bellezza nel grottesco, il grottesco nel concetto di bellezza della società contemporanea: impossibile separare "buoni e cattivi", nella fotografia di Martin Parr. Un approccio eminentemente britannico, il suo, che ha fatto la storia della fotografia documentaristica.
Se, davanti a una fotografia scattata da Martin Parr, vi sentite allo stesso tempo divertiti e rattristati, non preoccupatevi: non siete impazziti, perché è esattamente la reazione che il fotografo ricerca con i suoi scatti: “Le cose non sono completamente buone, né cattive. Sono sempre interessato a immortalare entrambi gli estremi”, ha dichiarato.
L’autore inglese è considerato uno dei maggiori esponenti della fotografia documentaria contemporanea, non a caso; un cronista impietoso della nostra epoca, cui il NRW-Forum Düsseldorf dedica una grande mostra curata da Ralph Goertz, direttore dell’IKS—Institut für Kunstdokumentation, in programma dal prossimo 19 luglio fino al 10 novembre, che di fatto è la più aggiornata retrospettiva mai realizzata.
Grotteschi, esagerati? Sicuramente britannici nello humour sono i soggetti ritratti da Martin Parr, la cui carriera è tutta incentrata sull’essere umano e il contesto in cui vive. Oltre a serie ormai diventate celebri, come Think of England e Life’s a Beach, l’esposizione tedesca permetterà di conoscere anche gli esordi del fotografo Magnum, grazie a degli scatti appartenenti al suo primo lavoro, Bad Weather. Tornando al presente, invece, va segnalata la serie Kleingärtner (Allotment Gardeners), che Parr ha realizzato appositamente per la mostra a Düsseldorf.
Insieme al contenuto, la retrospettiva esplora anche le tecniche fotografiche e l’uso del mezzo da parte di Parr: il ricorso all’esagerazione – nei colori, per esempio – come cifra stilistica è funzionale per mettere in luce – letteralmente! – i cliché cui gli individui sono inconsciamente assoggettati, attraverso i quali si autorappresentano.
[Immagine in apertura: Martin Parr, Chichen Itza, Mexico 2002 © Martin Parr / Magnum Photos]